Rieccoci a parlare di Pantera Nera, supereroe Marvel ideato da Stan Lee e Jack Kirby. Oggi portiamo in scena un confronto fra film e fumetto, cercando di mettere in luce caratteristiche e peculiarità chiave di entrambi gli ambiti.
Le vicende di Pantera Nera sono approdate per la prima volta sul grande schermo grazie ai Marvel Studios e alla Lionsgate nel 2006 in Ultimate Avengers 2, per poi essere riprese in Next Avengers – Gli eroi di domani, Captain America: Civil War e infine, nel 2018, in un film interamente a lui dedicato: Black Panther.
Il film uscito al cinema a febbraio è il primo tentativo di stand alone dedicato al personaggio, seppur l’intenzione di farlo risale a molto tempo prima.
Klaw: l’amante del vibranio
Il film inizia con la presentazione del Wakanda, una nazione dell’Africa Orientale tra le più ricche e potenti al mondo a causa dell’elevata presenza di vibranio.
T’Challa viene incoronato re e subito dopo scopre che Ulysses Klaw, l’uomo che ha deturpato la quiete pubblica e ucciso la famiglia di un suo amico, ha rubato un’arma di vibranio in un museo di Londra. T’Challa raggiunge la Corea del Sud per impedire a Klaw di concludere il suo affare e, dopo un lungo inseguimento, riesce a catturarlo.
Il primo confronto riguarda proprio Klaw: nei fumetti, T’Chaka, padre di T’Challa, scopre il trafficante mentre è impegnato a rubare il vibranio e, dopo un’estenuante lotta, Klaw lo uccide dinanzi agli occhi di suo figlio. T’Challa, preso da una cieca furia, amputa il braccio di Klaw, ma senza riuscire a impedire la sua fuga.
Ecco la prima discrepanza: il personaggio cinematografico di Klaw perde il braccio per mano del villain Ultron nel film Avengers: Age of Ultron, mentre il padre di T’Challa muore in un’esplosione causata da Helmut Zemo in Captain America: Civil War.
Perché questo cambio cinematografico? Probabilmente la scelta risiede nella possibilità di andare a eliminare tutto il background di T’Challa per alleggerire tutto il carico di personaggi che sono presenti durante l’infanzia di T’Challa. Il passato di T’Challa passa in secondo piano, dando la possibilità di giocare con i fili della trama e avvicinando il protagonista all’antagonista.
Shuri: un genio per sorella
Un personaggio fondamentale in Black Panther è sicuramente Shuri, sorella del re T’Challa. Questo personaggio è uno dei pochi elementi della famiglia di T’Challa mantenuti pressoché intatti. Nel film, Shuri, inventa armi e congegni tecnologici per il suo fratellastro, mostrandosi probabilmente anche più intelligente del già notissimo Tony Stark. Tutto nel villaggio ha il suo zampino.
Il personaggio di Shuri, nei fumetti, invece, riceve lo stesso addestramento di T’Challa e per questo si rivela molto abile nel combattimento. Dopo la morte di T’Chaka, Shuri tenta di ereditare il manto di Pantera Nera, ma il ritorno del fratello dal lungo viaggio, intrapreso in attesa del raggiungimento della maggiore età, fa sì che Shuri abbandoni tale intento, limitandosi a diventarne l’assistente e a regnare durante i periodi di assenza, causati dagli impegni di T’Challa con i Fantastici Quattro e con i Vendicatori. Esatto, fratellastri: i personaggi fumettistici di T’Challa e Shuri hanno madri diverse, a differenza del film. Per di più, il personaggio della madre è ancora presente nel film e risulta essere una delle chiavi di volta della vicenda, nei fumetti, invece, è totalmente assente.
Tornando a Shuri, come si può dedurre, il suo personaggio cinematografico presenta molte differenze rispetto a quello dei fumetti: nel film, Shuri non dimostra una particolare abilità nel combattimento, ma piuttosto una spiccata intelligenza che la rende parte fondamentale nelle imprese del fratello. Nel film, poi, Shuri non dimostra alcun interesse per il Regno, anche se in molti hanno ipotizzato che nel sequel di Black Panther, potrebbe diventare Pantera Nera. Questa ipotesi nasce dalla scena del rituale di incoronazione di T’Challa, quando Zuri invita i presenti a rivelare le proprie intenzioni ad ambire al trono e l’unica persona ad alzare la mano è proprio Shuri. Tutti rimangono sbigottiti, ma questa esordisce con una battuta e l’attenzione torna su T’Challa. La domanda è: il gesto di Shuri aveva un significato o era solo frutto del suo instancabile umorismo? Inoltre, come farebbe la Shuri di Letitia Wright ad acquisire i poteri conferiti dall’Erba a Forma di Cuore in seguito all’ordine di Killmonger di distruggerla tutta?
Killmonger: cugino non troppo cugino
Arriviamo finalmente al cattivone del film Erik Killmonger. Killmonger, nato con il nome di N’Jadaka, appare per la prima volta nel fumetto Action Jungle precisamente nel volume #2: “La rabbia della Pantera Nera”. Quando Klaw attacca il Wakanda, questi pretende che il padre di N’Jadaka lo aiuti. Dopo la sconfitta di Klaw, il padre di N’Jadaka muore e la sua famiglia viene esiliata. N’Jadaka si trasferisce a New York, dove prosegue i suoi studi e si prepara a vendicare suo padre e la sua famiglia cambiando il suo nome in Erik Killmonger. Reintegrato nel Wakanda, Killmonger approfitta delle frequenti assenze di T’Challa per rivendicare il manto di Pantera Nera, aizzando la popolazione in guerre civili.
Anche qui è chiara la profonda differenza che intercorre tra il personaggio di Killmonger nato dalla matita di Don McGregor e Rich Buckler e quello dei Marvel Studios. Questa differenza è innanzitutto riscontrabile nelle intenzioni dei “rispettivi” padri: mentre nel fumetto il padre di Killmonger, che sottolineiamo non possieda alcun legame di sangue con la stirpe di T’Challa, viene costretto a collaborare con Klaw e conseguentemente ucciso, nel film, invece, viene identificato con N’Jobu, fratello di T’Chaka che tradisce per utilizzare le armi di vibranio e aiutare la gente di colore che, nel resto del mondo, vive in condizioni di degrado. Fatta questa premessa, è facile comprendere lo sviluppo del personaggio: mentre il Killmonger dei fumetti è interessato esclusivamente al potere e alla vendetta, quello del film è intenzionato a seguire le orme di suo padre nella solidarietà verso le persone di colore di tutto il mondo.
Black Panther è quasi interamente incentrato sulla lotta tra T’Challa e Killmonger. Rispetto al film, il Killmonger dei fumetti ha un ruolo che potrebbe risultare erroneamente secondario. Killmonger è, infatti, indicato come un supervillain, tanti sono gli scontri con Black Panther, e ogni volta è sempre peggio. T’Challa, come nel film, viene sconfitto da Killmonger e questi procede con il rito per diventare il nuovo Pantera Nera. A questo punto interviene inevitabilmente il cambio di trama: Killmonger è cugino di T’Challa e ciò dal punto di vista genetico, gli garantirebbe l’immunità dal veleno dell’Erba a Foglia di Cuore. Nel fumetto, infatti, il vittorioso Erik subito dopo il rituale, muore perché sopraffatto dal veleno della pianta.
Tutto ciò farebbe pensare che il cambio e gli intrecci di parentela siano stati pensati con l’obiettivo di dar più luce a Killmonger in modo tale che questi potesse assumere il frutto e mettersi alla pari del cugino T’Challa. Ma, riflettendoci bene, la madre Ramonda e la sorella Shuri si recano da M’Baku, anch’esso profondamente rivisitato rispetto alla sua versione a fumetti, offrendogli il frutto perché ne acquisisse i poteri. Ciò vuol dire che chiunque potrebbe cibarsene e prenderne i poteri?
Il perché della scelta di parentela risiede quindi totalmente in intenzioni puramente cinematografiche.
Infine, per chi ipotizza il ritorno di Killmonger, come nel fumetto, probabilmente dovrà desistere, in quanto la scelta del personaggio nel film di morire in pace e come uomo libero, dopo le premesse fatte da T’Challa della possibilità di cura, lasciano presagire che nel secondo e già annunciato film, il villain sarà diverso.
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