Recensione Ready Player One – Un mondo di easter egg

La cultura nerd o geek sta radicalmente riformando la società. Si è praticamente abbandonata l’idea del nerd sfigato; adesso il nerd va, quasi, di moda. Grazie a tutto questo, elementi anni ’80 e ’90 si sposano alla perfezione con elementi pop contemporanei, in quanto recuperano la base di quella che è la cultura nerd attuale. Ed ecco spuntare i libri di Ernest Cline, tra cui, in particolare Ready Player One, che può essere considerato come una sorta di raccoglitore di tutta la cultura nerd, videoludica e non. Tutti i pregi e i difetti dell’essere nerd si affacciano nel miglior modo possibile in un’opera cinematografica che, al momento, non ha pari. Ci si muove di mondo in mondo, scoprendo e rivelando i classici parametri che rendono al giorno d’oggi i nerd uomini di mondo, lontani dai vecchi stereotipi; una sorta di rivincita che si evince in tutto il film e che dà spazio all’immaginazione comune, lasciando inventare e aggiungere mondi a quelli che Ready Player One ha inventato.
In virtù di tutto ciò, della difficoltà di trasporre al cinema così tante citazioni e spunti, fa sì che spicchi inevitabilmente il talento del grande registra che è Steven Spielberg. Ha fatto in modo che la trama venisse presa e adattata, ha fatto in modo che potesse essere colta dal grande pubblico ogni citazione, ogni riferimento, mettendo in scena un film a dir poco inimitabile.

Il mondo di Ready Player One

Sovraffollamento, povertà esagerata e inquinamento da far accapponare la pelle sono le caratteristiche fondamentali di un mondo lontano da noi qualche anno, ma che terrorizza per quanto poco distopico può sembrare. Il mondo ha deciso a questo punto di ritrovarsi e rifugiarsi nella realtà virtuale e quasi totalmente perfetta, quanto utopica, creata dal genio di James Halliday: OASIS.
OASIS è un mondo senza limiti; un mondo nel quale ognuno può fare ciò che vuole. Grazie a questa creazione Halliday è diventato l’uomo più ricco del mondo (si legge in cartelli esposti qua e là che sia addirittura trilionario), e per tale motivo una volta morto senza eredi, dà vita a un gioco fatto di cacce a easter eggs, che fa sì che il vincitore di tali prove possa divenire suo erede e unico proprietario del gioco.
Tutti, allora, si mettono alla ricerca delle tre chiavi sparse nel mondo di OASIS, con l’obiettivo di stravolgere la propria vita.

Vita reale vs Realtà virtuale

Wade Watts gioca in OASIS con lo pseudonimo di Parzival, in onore dell’eroe della tavola rotonda alla ricerca di una umanità interiore migliore. Fra una scena e l’altra ecco comparire una miriade di comparse famose, dai personaggi di videogiochi qualunque a Hello Kitty (eh già, c’è anche lei). La sua lotta giornaliera si concentra nel completare la gara al termine della quale si è certi vi sia la prima chiave. E qui nasce il genio di Wade, capace di leggere fra le righe, trovando lo snodo chiave che porta a un focus sul personaggio di Halliday, che tutto sembra fuorché un povero fesso.

Un dio chiamato James Halliday

In tutto il film si sente la sua onnipresenza, quasi fosse un dio, il dio dell’intero universo OASIS. Muove le trame, tutto ruota attorno alla sua imperscrutabile ed emblematica figura. Come penserebbe James? Come agirebbe? Dove nasconderebbe questo? Nonostante sia una presenza marginale nell’intero film, il suo ruolo è fondamentale per la trama. La sua vita e i suoi pensieri permeano ogni minimo angolo del mondo da lui creato.

Scimmioni abnormi e Giganti di ferro

Zack Penn ha ripreso in mano l’intera opera di Cline, affiancandosi allo stesso autore, e ne ha delineato nuovamente gli eventi perché sposassero al meglio il grande schermo. Ed ecco comparire citazioni di ogni tipo al mondo cinematografico e videoludico (Tracer di Overwatch è praticamente ovunque). OASIS va a ripescare set famosi, senza far troppi nomi, di Stanley Kubrick o Stephen King, creando stupore ed entusiasmo in sala. Lo spettatore è portato per tutto il corso del film a cercare riferimenti famosi, divertendosi a ogni minima citazione, additandone qualcuna e perdendone sicuramente qualcun’altra. Ma il vero spettacolo sta in una trama che sa coinvolgere sotto ogni punto di vista, entusiasmare con i robottoni più famosi, Gundam e Il Gigante di Ferro fra tutti, ma portando in scena una trama ottimamente mescolata, che evita davvero che qualunque cosa cozzi con un’altra. D’altronde non manca davvero nulla, da Chucky a Battletoads, Halo, D&D, e una meravigliosa citazione a Worms.

Metabolizzare tutte queste parentesi aperte, tutti quegli schiaffi di colore che si porta dietro il film è alquanto complicato e probabilmente difficile. La soddisfazione, però, usciti dalla sala è davvero tanta. Le interpretazioni soprattutto di Mark Rylance e Tye Sheridan vanno ad abbracciare un cast di volti più o meno noti e a costruire il fantastico spettacolo che il film offre. Considerando poi le soundtrack di davvero forte impatto, fra nuove e ripescaggi storici non si può che dare veramente lode all’operato di Spielberg!

Il film si può riassumere così: 2 ore di pura magia, che rende lode a noi nerd nel migliore dei modi. Accorrete in tanti al cinema il 28 Marzo, ne vale la pena.

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