Recensione Secret Empire: la Marvel piazza un altro colpo

Partendo dal presupposto che non ci troviamo di fronte a uno dei capolavori storici, Secret Empire riesce a strappare un pezzettino di attenzione tutta per sé. È probabilmente il cross-over più riuscito degli ultimi anni, visti gli esiti a lunghissimo termine di Civil War II.

Le critiche attorno a Secret Empire sono state molteplici, dalle sue origini, in realtà. D’altronde Nick Spencer aveva ben pensato a un “ribaltone” di uno dei simboli storici della Marvel: Capitan America. Vedere Cap che si annunciava come membro dell’Hydra ha suscitato una molteplicità di reazioni, molte delle quali contrarie a tale scelta. Nick Spencer aveva però le idee più che chiare, anche se pare che la Marvel gli abbia chiesto di tagliare un po’ troppo in fretta la storia, evitando, appunto, lo stesso problema riscontrato con Civil War II. Ricordiamo che la serie si è conclusa in 12 numeri di cui un numero 0 iniziale e un numero Omega finale e che in Italia è stata pubblicata a cura della Panini Comics.

Trama

Hail Hydra!” la controversa frase che dà il via a un nuovo impero, quello targato Capitan America. Gli eroi più grandi e forti della Terra confinati qua è là. La strategia del Cap era architettata da secoli, un percorso machiavellico che ha fatto sì da fargli ritagliare un posto fondamentale affinché l’Hydra riuscisse ad arrivare al potere supremo. Il mondo incredulo deve, quindi, far fronte a un Capitan America freddo e calcolatore. Gli Avengers non hanno solo perso il loro simbolo, hanno perso il proprio cardine e un Iron Man stanco e ubriaco non riesce a reggere il peso da solo, lasciando collassare tutto su se stesso. Riusciranno quei pochi eroi rimasti in piedi a sovvertire il regime fascista che l’Hydra sta creando?

Matite e pennelli

Fra le critiche principali che ha subito Secret Empire è stato il grandissimo numero di matite che si sono affiancate di volta in volta sull’albo anche a distanza di una pagina dall’altra. Probabilmente è, invece, uno dei punti di forza della serie. Spiccano oltremodo i disegni dell’italianissimo Andrea Sorrentino, che con le sue chine e i suoi colori accesissimi conquista le scene, facendosi latrgo tra Acuña, McNiven, Reis, Marquez e molti altri ancora. Se poi si pensa che lo stesso autore abbia ideato le bellissime Variant componibili, che ritroviamo complete nel numero 10, il tutto assume molto più valore.

Un passo prima di Legacy

Perché il mondo possa ripartire deve esserci una rifondazione e Secret Empire pone le basi per quella che sarà la vera e propria rinascita dell’Universo Marvel.
Nonostante i diversi pro e contro, siamo di fronte a una storia ben pensata, con un ottimo potenziale, ma non completamente sfruttato.

I presupposti per una storia avvincente ci sono tutti. I colpi di scena non mancano, le battaglie sono sensazionali. Il problema si nasconde nella superficialità con la quale vengono affrontate alcune side story. Le varie nazioni che si presentano di volta in volta, da quella del Wakanda (con un Black Panther sottotono) alla terra mutante, fanno solo da piccole comparse. Lo stesso discorso vale per Kobik, umanizzata per così poco tempo da non lasciare che l’immaginazione possa lavorare al posto delle matite e alla storia realizzata da Spencer. Il finale è poco soddisfacente, risultando tanto scontato quanto necessario affinché la fedina penale del Capitano potesse risultare pulita. Queste forse le uniche vere critiche accettabili.

La psicologia dei personaggi è ottimamente rispettata e aiuta a catapultarci e a immergerci nell’ambientazione quasi catastrofica che si va via via delineando. La crescente ansia per l’accrescersi del potere, la disperazione sui volti di chi, nonostante i propri sforzi, non vede via d’uscita. La cura del dettaglio e del colore accentuano ancora di più tali sentimenti, mostrandoci, in alcuni snodi chiave, delle tavole mozzafiato.

Resoconto finale

Avrebbero potuto fare di più, probabilmente anche dal punto di vista dei disegni. La storia avrebbe dovuto essere approfondita sotto molti punti di vista e conclusa in un modo migliore, ma per chi ha intenzione di cominciare a leggere i fumetti Marvel con Legacy, questo è un’ottimo punto di partenza. Possiamo riassumere il pensiero finale con un: bene ma non benissimo.

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