Psycho Pass – Ispettore Shinya Kogami

Il manga di cui vorremmo parlarvi oggi è Psycho Pass – Ispettore Shinya Kogami, prequel dell’ormai celebre serie animata realizzata da Production I.G. Pubblicati sulla testata Monthly Comic Blade tra il 2014 e il 2017, i capitoli sono stati raccolti in sei volumi editi in Italia da Planet Manga, la cui pubblicazione è terminata quest’estate. L’ambientazione è la stessa concepita dallo staff di produzione della serie originale, ma i disegni di Sai Natsuo e la sceneggiatura di Midori Goto sono originali.

La trama

In un mondo in cui la propensione del singolo a infrangere la legge può essere accuratamente misurata tramite parametri che prendono il nome di Psycho-Pass, il sistema di prevenzione del crimine è tanto avanzato da individuare e bloccare i criminali prima che possano effettivamente compiere un reato. I cosiddetti criminali latenti, soggetti con un’alta propensione al crimine, vengono dunque schedati e, se giudicati capaci di guarire, avviati in apposite strutture di recupero.

Pochi, tuttavia, sono coloro che, una volta individuati dal Sibyl System come potenzialmente pericolosi, riescono a reinserirsi nella società. Ad alcuni di loro viene però offerta la possibilità di essere impiegati come esecutori presso la sezione anticrimine del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Sorvegliati da ispettori giudicati psicologicamente sani, questi individui svolgono le funzioni di polizia che non possono essere trattate da sistemi robotici e intelligenze artificiali. Ad aiutarli nel loro compito ci sono le Dominator, particolari pistole in grado di colpire, con potenza variabile, solo individui il cui coefficiente di criminalità ha superato i parametri consentiti.

La storia segue, come intuibile fin dal titolo, le vicende di Shinya Kogami, un giovane ispettore assegnato alla terza divisione della sezione anticrimine. Il suo intervento viene sollecitato quando il medico di una casa di riposo, durante un’operazione chirurgica, individua uno strano marchio su un organo artificiale del paziente. Seguendo il “caso dell’organo marchiato”, gli ispettori Kogami e Waku, affiancati dai loro esecutori, si imbatteranno in una serie di misteri sempre più intricati. Scavando nel passato e seguendo piste che appaiono, in un primo momento, sempre più scollegate tra loro, la squadra investigativa scoprirà verità inquietanti sulla società in cui tutto il Giappone ormai vive.

ATTENZIONE! DA QUI IN POI L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER DELL’ANIME PSYCHO-PASS!

I personaggi

Il cast di questo manga comprende personaggi già visti nella serie animata ma anche un buon numero di nuovi elementi. Il protagonista Shinya Kogami viene presentato in una veste decisamente diversa da quella in cui era mostrato nell’anime. Che l’esecutore degli episodi animati fosse in precedenza un ispettore viene rivelato nel corso della serie originale, ma in questi volumi si ha finalmente l’opportunità di vederlo in azione nei vecchi panni.

La differenza tra il prima e il dopo è evidenziata fin dall’inizio tramite l’abbigliamento. L’aspetto trasandato dell’anime viene infatti sostituito da un look preciso e ordinato, segno dell’ancora salda stabilità mentale del personaggio. Se l’apparenza esteriore cambia, altrettanto non si può dire del carattere. Kogami viene mostrato come generalmente più pacato, ma l’intuito e la volontà di raggiungere i risultati a ogni costo sono già presenti.

Altri personaggi ripresi dall’anime sono Tomomi Masaoka, uno degli esecutori comandati da Kogami, e Nobuchika Ginoza, impiegato come ispettore presso la prima divisione. A differenza del protagonista, le loro figure non si distaccano da quelle presenti nella serie originale. Il manga si limita ad ampliarne il background, ma senza fornire reali approfondimenti.

Altrettanto non si può dire di Mitsuro Sasayama. Presentato brevemente nella serie principale come grande amico di Kogami, tanto che la sua morte spingerà il giovane ispettore a percorrere la strada che lo porterà a diventare a sua volta un criminale latente, viene qui finalmente mostrato in maniera più soddisfacente. Se vi aspettate di vedere nei dettagli il “caso dei reperti” per cui l’esecutore viene nominato nell’anime, tuttavia, rimarrete delusi. Il carattere scherzoso e falsamente arrogante del personaggio bastano a far rimpiangere questa scelta.

Quanto ai nuovi personaggi, nessuno di essi brilla particolarmente, fatta eccezione per il collega di Kogami, l’ispettore Yoshitoshi Waku. La sua figura è l’unica ad essere realmente approfondita con un background che si svela con il procedere delle indagini. Quanto al resto degli esecutori, si trovano figure piuttosto simili a quelle delle due serie animate. Nessuno di loro risulta di per sè scritto male o in modo banale e noioso, ma manca forse quella scintilla di originalità e personalizzazione che caratterizzava i personaggi dell’anime.

Un ultimo appunto va fatto sulla situazione finale di queste new entry. Il fatto che non siano presenti nell’anime, ambientato cronologicamente dopo le vicende narrate, implicava per lo sceneggiatore l’obbligo di giustificarne l’assenza successiva. Ciò viene fatto forse in maniera un po’ troppo sbrigativa nelle ultime tavole del sesto volume, anche se le idee alla base della conclusione delle singole storie sono senz’altro molto buone.

I temi

L’approfondimento psicologico, tanto dei protagonisti quanto degli antagonisti, è alla base di questo manga tanto quanto l’aspetto investigativo. A onor del vero, bisogna sottolineare che i secondi risultano forse più curati e originali dei primi.

Come avveniva nella serie animata, le motivazioni degli antagonisti sono tutt’altro che scontate e risultano, anzi, potenzialmente condivisibili. Il loro ruolo, più che quello di “cattivi”, è portare gli investigatori e, insieme a loro, i lettori, a guardare il mondo circostante con occhi diversi. La presenza del Sibyl System ha radicalmente cambiato le cose, portando il Giappone a vivere un’utopia (o distopia) totalmente diversa dalla società come noi la conosciamo.

Questo gigantesco spartiacque viene più volte sottolineato nel corso della storia e ne è, in realtà, uno dei punti fondamentali. Il confronto tra vecchie e nuove generazioni è una costante, e non è rappresentato solo dalla figura di Masaoka, reduce dell’epoca in cui non esistevano le Dominator e le indagini si basavano anche sul fiuto. Il fatto che tutto inizi da una casa di riposo non è casuale.

I vari misteri che si dipanano nel corso della storia portano infatti i protagonisti a indagare su un passato cronologicamente recente, ma che sembra appartenere ad un’altra era. Che i giovani esecutori rimangano stupiti di fronte ad una semplice lettera, perché nel loro mondo la carta non esiste quasi più e un “vero” libro è qualcosa di estremamente raro, è a dir poco emblematico.

Anche il rapporto tra “vero” e “falso” risulta fondamentale. Per chi è abituato a vivere in una realtà in cui la tecnologia è tanto avanzata che è difficile determinare cosa sia un ologramma, il confronto con la dimensione materiale e reale non è affatto scontato.

Altrettanto importante, ma non pregnante come lo era nell’anime, è il concetto di libertà. Il manga lo tratta come una costante di sottofondo, senza arrivare all’esplicitazione del finale di Psycho Pass, ma mai in maniera scontata. Il fatto che, nella società governata dal Sibyl System, gli unici veramente liberi siano i criminali latenti, perché, privi di preoccupazioni sulla propria tonalità, possono pensare qualunque cosa desiderino, non va mai trascurato.

I disegni e l’ambientazione

Lo stile dei disegni è semplice ma curato. Nelle vignette non appaiono mai elementi di troppo e gli oggetti rilevanti sono sempre enfatizzati a dovere. Il character design, invece, riprende da vicino quello realizzato da Production I.G. per l’anime. Pettinature e abiti risultano decisamente familiari a chiunque abbia seguito la serie.

Anche per l’ambientazione valgono le stesse considerazioni. Il mondo del prossimo futuro, come descritto qui, risulta estremamente realistico e coerente. Non è semplice mantenere la verosimiglianza in ambientazioni futuristiche, specialmente quando le si immagina come cronologicamente vicine alla propria epoca, ma in questo manga l’operazione riesce alla perfezione.

Per concludere, Psycho Pass – Ispettore Shinya Kogami è un’opera senz’altro valida, specialmente per quanto riguarda antagonisti e ambientazione, ma non brilla per i personaggi di contorno. Mantenere il livello incredibilmente elevato della serie animata non era compito facile, ma si può dire che, generalmente, il manga si riveli all’altezza delle aspettative, in particolare relativamente alla storia e all’intreccio investigativo. Se avete apprezzato l’anime, non rimarrete delusi.

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