Intervista a Midori Yamane, ospite della XXIII edizione del Romics!

In questa XXIII edizione del Romics, il Festival del Nerd ha incontrato la manga-editor Midori Yamane, che nella sua carriera è stata editor esterno per la redazione di Morning, settimanale di manga della Kodansha. Nel frattempo ha pubblicato il saggio-manga La vita di Roma. In seguito, ha collaborato come docente presso la Scuola Internazionale di Comics e come traduttrice per Marvel Italia.
Midori Yamane è stata anche coordinatrice e scrittrice dei testi delle lezioni della serie Manga & Anime della De Agostini e autrice dello stesso titolo sul web. Ha ideato e scritto la collana Mangabook della Kawama editoriale, un manuale sulla tecnica narrativa del genere manga. Recentemente, Midori Yamane ha pubblicato il graphic novel autobiografico Un posto dove vivere (Uppercomics).

Innanzitutto grazie per averci concesso questa intervista. La prima domanda è, ovviamente, come è nata la sua passione per i manga?

Midori Yamane: Premetto che, come voi sapete, in Giappone quella dei manga è una tradizione che va avanti da lungo tempo. Mia nonna affittava una camera vicino a casa mia: lì viveva un ragazzo più grande di me che comprava molte riviste di manga per ragazzi, quindi, quando ho imparato a leggere ho iniziato a fargli visita ogni tanto, o meglio a far visita alle sue riviste. In quell’epoca, Tetsuya Chiba, papà di Rocky Joe, pubblicava già tante storie a puntate che mi affascinavano molto e ovviamente, come tanti giovani italiani, leggendole mi appassionavo sempre di più.

Crede che i manga e i fumetti occidentali debbano rimanere due ambiti distinti?

Midori Yamane: Questa domanda è molto piacevole, non a caso il mio sogno è quello di creare un ibrido. Credo che i manga non siano tanto caratterizzati da peculiarità grafiche (come gli occhi grandi eccetera), ma dalla tecnica narrativa e questa tecnica si può sposare benissimo con lo stile grafico occidentale. In effetti, sto collaborando con Giampiero Wallnofer, disegnatore della scuola (che ha lavorato anche con Bonelli, quindi italianissimo), e io ne curo la storyboard. Anche lo scrittore del progetto è italiano, si tratta di Francesco Moriconi. Stiamo facendo una cosa completamente nuova: fino a oggi vi erano solo influenze dal punto di vista grafico, invece noi stiamo lavorando a un ibrido che riguardi il modo di narrare. La particolarità del progetto è proprio questa: scrittore e disegnatore italiani e regia giapponese!

A suo avviso, la globalizzazione di cui siamo protagonisti riguarda anche il mondo dei fumetti e quello dei manga? In che modo l’uno sta influenzando l’altro?

Midori Yamane: Sicuramente. Il mondo digitale, internet, permette ai giovani di oggi di conoscere davvero tutto riguardo ai manga, agli anime, ai videogiochi e anche ai film della cultura giapponese e approfondite davvero tanto! Sicuramente l’enorme mondo dell’economia globalizzata a volte funziona male, ma il mondo dei fumetti, dei cartoni animati e dei giochi sta mescolando tutto molto bene e sia chi fa l’autore, sia chi fa il produttore, si sta arricchendo, quindi bisogna capire come globalizzare nel vero senso della parola.
Tanto per parlare di globalizzazione io stessa, tanti anni fa ho girato l’Europa con una mia amica. Siamo state in Francia, in Spagna e in Italia. L’Italia ci è piaciuta tanto e abbiamo deciso di rimanere qui per almeno un anno e adesso… eccomi qua!

Infatti il mio sogno è proprio quello di viaggiare e di trascorrere almeno un anno in Giappone!

Quanto sono importanti i testi in un manga? Crede che un “silent manga” possa trasmettere le stesse emozioni di un manga tradizionale?

Midori Yamane: Come anche quella dei fumetti, quella dei manga è un’arte speciale, perché sia i disegni che i testi sono molto importanti. Ovviamente i testi non devono essere usati per spiegare le situazioni e gli stati d’animo, ma devono essere equilibrati nella quantità. Quando ci sono troppi testi, la leggibilità si abbassa.
Ultimamente, molti italiani stanno vincendo la Silent Manga Audition e questo mi fa molto piacere. Durante lo “SMA8” dell’anno scorso, infatti, ha vinto un’italiana: Elena Vitagliano. Elena sarà ospite al Comicon a Napoli insieme ad un altro vincitore dello stesso concorso della precedente edizione, Salvatore Pascarella.
I silent manga esistono e possono esistere, anche se senza testi non si possono raccontare le situazioni molto complicate. Sicuramente si possono scrivere alcune pagine senza testi, ma un manga che ne è completamente privo sarà limitato nella narrazione, quindi ci vuole equilibrio. Ai miei allievi dico sempre di fare qualsiasi cosa vogliano, l’importante è che sia efficace.

Qual è il suo cartone animato preferito?

Midori Yamane: Sicuramente quelli americani della Pixar e della DreamWorks e recentemente lo stile slow-motion, stanno facendo lavori pazzeschi che mi affascinano molto! Io non ne sarei capace, non ho così tanta pazienza, bisogna preparare tanti fotogrammi diversi per ricreare una singola situazione. Anche lo studio italiano Lanterna Magica ha fatto cose molto carine.

Quali consigli darebbe a un aspirante mangaka?

Midori Yamane: Per me “mangaka” vuol dire “autore completo” che sappia occuparsi sia della storia che dei disegni. Naturalmente un aspirante mangaka deve avere delle basi nel disegno e senso della prospettiva, perché deve essere credibile, ma saper disegnare non basta: bisogna curare anche la storia e quindi servono molti ingredienti che si ottengono leggendo molti libri, almeno alcuni classici e quelli di cui si parla di più. Leggere è molto importante anche perché aiuta a sviluppare l’immaginazione.
Bisogna vedere molti film e oggi non è necessario andare al cinema per farlo. Non parlo dei cartoni animati, ma dei film, perché il cinema insegna molto, ad esempio a dividere le varie situazioni nell’arco di tempo. Un mangaka deve pensare come il regista del film, chiedendosi il perché di un’inquadratura, di uno zoom, dell’uso delle luci in un modo piuttosto che in un altro.
Infine, bisogna vivere intensamente la propria vita.

Se lei fosse una supereroina, quale superpotere avrebbe?

Midori Yamane: Vorrei avere i Chiusky come Doraemon, in particolare credo che mi sarebbe molto utile la sua Dokodemo Door!

Comment List

  • Barbara 24 / 04 / 2018 Reply

    Scusami per la correzione, ma il vincitore si chiama Pascarella non Pascarelli!

    • Midoriya 24 / 04 / 2018 Reply

      Piccola svista, grazie per l’appunto!

    • Midori 26 / 04 / 2018 Reply

      Probabilmente ho detto io il cognome sbagliato. Scusatemi!

      • Midoriya 27 / 04 / 2018 Reply

        Si figuri Midori Sensei! <3

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