Intervista a Germano Massenzio

In occasione della quarta edizione del Festival del Nerd, abbiamo intervistato Germano Massenzio, un artista che ha fatto del suo stile un biglietto da visita.

-Come definiresti le tue opere?

Le mie opere sono racconti in cui lo stile grafico, inteso come parte estetica, deve essere riconoscibile nell’affollato panorama di immagini da cui oggi siamo sommersi. Lo stile di un autore, a prescindere dei gusti del pubblico, diventa la sua “carta d’identità”. Nel mio piccolo cerco, attraverso il mio lavoro, di far ritrovare il lettore nel racconto, ovviamente in maniera positiva.

-Com’è nata la tua passione?

Faccio parte della cosiddetta “Goldrake generation” e come tutti i coetanei della mia generazione che hanno cominciato a disegnare, sognavo di fare cartoni animati. Purtroppo all’epoca non c’erano strutture adatte a fare questo, così in seguito ho virato sul fumetto e sull’illustrazione.
L’importante per me è riuscire a raccontare, così il cartone animato è rimasto un sogno nel cassetto. Sicuramente i ragazzi che oggi scelgono di fare questo mestiere hanno più possibilità rispetto a noi.

-Esiste una possibilità per cui tu possa entrare nel mondo dei cartoni animati?

Sicuramente no, anche se mi piacerebbe. Ormai sto così dentro al mondo del fumetto che spostarmi non sarebbe facile, ma non escludo una collaborazione. Se me lo dovessero proporre non direi di no.

-Qual è il tuo rapporto con Napoli?

Amo Napoli, ma non amo la mentalità di alcuni napoletani, quelli che scelgono di vivere secondo la filosofia “così deve essere e così deve andare”. Io credo che non sia sempre così perché siamo artefici di noi stessi, al di là del destino o del credo personale. La città siamo noi e se ci impegniamo nel nostro piccolo, essa può funzionare. Certo, parlo da normale cittadino perché la classe politica fa il resto, nel bene e nel male, e noi non la possiamo scavalcare!

-Molte delle tue opere sono in bianco e nero. Da che cosa nasce questa scelta?

Penso che il disegno in bianco e nero, così come la fotografia, dia la possibilità di immaginare un posto in uno spazio atemporale. Inoltre il bianco e nero è un evergreen, funziona sempre, invece il colore in alcuni casi cristallizza la situazione in un determinato periodo e, come dicevo, questo succede anche nei film, nei libri illustrati e nella fotografia.

-Secondo te, in un fumetto sono più importanti i disegni o i testi?

Dipende. Ho letto libri di alcuni autori, a volte colleghi, in cui il disegno non mi ha colpito, ma la storia era fantastica e altre volte è successo il contrario. Sicuramente non è facile trovare il giusto equilibrio, ma entrambi gli aspetti contano in egual modo.

-Se tu fossi un supereroe, quale superpotere avresti?

Forse sarebbe meglio se ti dicessi in quale supereroe mi identifico. Sono combattuto tra Batman e l’Uomo Ragno, perché a volte mi piace il lato oscuro di Batman, mentre altre volte preferisco la grande semplicità di Spider-Man. Si potrebbe ideare un nuovo supereroe con queste caratteristiche.

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