Recensione di Stranger Things 2

La seconda stagione della serie targata Netflix ci ha riportati nel Sottosopra. Il problema stavolta è proprio nel nostro mondo. I nostri eroi dovranno combattere contro nuove minacce, affrontare vari pericoli e salvare ancora una volta lo sfortunato Will. Ci si muoverà tra i nuovi personaggi e i moltissimi dettagli lasciati in sospeso nella precedente stagione. Possiamo dire che Stranger Things 2 non ci ha deluso. Molto più fantascientifico, un pizzico più horror, ma con sempre il suo tocco di suspense! La serie si sviluppa in una storia su due fronti: da un lato i ragazzi che affrontano i pericoli che incombono su Hawkins assieme a personaggi vecchi e nuovi, dall’altro Undici alla ricerca di se stessa e delle sue origini. Quindi prendete degli snack e delle bibite, accendete Netflix, mettetevi su qualcosa di comodo e godetevi questi nove episodi.

Le caratteristiche della seconda stagione

Dopo un intero e lunghissimo anno di attesa, i fratelli Duffer ci hanno regalato una serie emozionante. Ha mantenuto la forma avvincente della prima stagione: pochi colpi di scena, tanta suspense. La novità sta nell’ampliamento del grande puzzle di cui un anno fa abbiamo scorto solo un angolino. La serie è uscita nel periodo giusto dell’anno, quello più tetro, e lo rispetta e lo evolve sotto moltissime tematiche. Forte di una trama perfettamente lineare che porta a un punto preciso, continua quanto lasciato in sospeso e lo evolve senza lasciare mai nulla al caso. L’ingresso di nuovi personaggi, l’evoluzione dei vecchi, il tempo passato; tutto ha la sua importanza, tutto il proprio spazio, tutto si intreccia alla perfezione.

L’amicizia è il tema principale anche in questa stagione: le vicende ruotano intorno alla difesa del gruppo e del sentimento reciproco. Dopo un anno dai primi avvenimenti, nulla sembra essere cambiato. Ognuno ha ripreso la propria vita come meglio poteva, ma il passato incombe e ha lasciato segni indelebili nella vita di ciascuno. L’ingresso, tuttavia, dei nuovi personaggi smuove, e non poco, le acque; è una sorta di calcio che da il via a ogni avvenimento, come se fossero loro la causa scatenante, ma state pur certi che il pericolo è altrove, ed è enorme! Ciò che fa davvero paura e mette terrore è l’impossibilità di agire, l’impotenza nei confronti del problema.

Pregi e difetti

Come sempre, i complimenti in primis vanno alla regia per le meravigliose inquadrature, le scelte azzeccatissime dei nuovi attori e per la storia mai scontata e molto lineare. Notevoli, ancora, le interpretazioni dei bambini, perfettamente calati nelle loro parti. Ogni singola emozione viene trasmessa dal gruppetto protagonista agli adulti che li circondano, tra i quali è giusto sottolineare il ruolo magistrale di David Harbour, che conferma quanto lavoro ci sia dietro ogni singola scena. Non pesa minimamente il fatto che sia una seconda stagione; è bella tanto quanto la prima, spesso la supera. Non manca nulla!

Purtroppo, però, la serie non è esente da difetti. Se è vero che non manca nulla, è altrettanto vero che qua e là c’è anche “troppo”. È il caso di un paio di storyline secondarie che vengono sviluppate poco o male, lasciando la sensazione di un’occasione mancata. Comunque, tenendo a mente lo stile dei Duffer, i quali concepiscono le intere stagioni come un unico film, possiamo star certi che anche queste situazioni avranno in futuro un giusto peso.

Musiche e colonna sonora, infine, mostrano di essere un ulteriore punto a favore, riuscendo a sottolineare paura e tensione quando necessario e a trasportarci nel periodo storico in cui è ambientata la vicenda.

La serie si finisce tutta d’un fiato! Peccato solo dover aspettare un altro anno per la terza stagione di Stranger Things, la quale, stando alle dichiarazioni dei Duffer, è già in cantiere.

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