Eccoci arrivati, dopo tre mesi dall’inizio dell’appuntamento settimanale di Netflix, alla tredicesima e ultima puntata della prima stagione dell’anime intitolato “Violet Evergarden“, trasposizione della serie di light novel omonima scritta da Kana Akatsuki e illustrata da Akiko Takase. Dopo aver versato qualche lacrimuccia, vi riportiamo il nostro punto di vista.

La trama

Violet, una ragazzina dalle origini sconosciute, durante un’operazione militare nella guerra tra le varie fazioni di Telesis, viene catturata e fatta prigioniera dall’esercito nemico di Leidenschaftlich, e usata come macchina bellica. Finita la guerra, le viene data la possibilità di poter essere integrata nella vita civile lavorando come Auto Memory Doll.

Una bambola in “carne e ossa”

Abituata sin dall’infanzia a guardare e a seminare morte e distruzione, Violet risulta essere una vera a propria bambola, priva di ogni sentimento, capace solo di seguire gli ordini. Ragion per cui, in tempo di pace, essere una ragazza qualunque diviene la sfida più complicata della sua vita. Combattere, infatti, non è mai stato un problema per lei; tuttavia, comprendere i sentimenti degli altri, così come i suoi, risulta qualcosa di inconcepibile. Proprio per questo motivo, Violet decide di intraprendere la carriera di Auto Memory Doll. Le Auto Memory Doll hanno il compito di scrivere delle lettere su richiesta, dalle tematiche più disparate: da chi vuole ricontattare le persone care dalle quali si è dovuto allontanare a causa dei conflitti, a chi ha bisogno di scusarsi con qualcuno, a chi deve intraprendere una committenza ufficiale con il futuro coniuge. Quale occasione migliore, allora, per imparare a capire come funzionano le emozioni? Tuttavia, come ben sappiamo, la psiche umana è estremamente complessa, e la nostra bambola dovrà affrontare mille avventure per poter arrivare al suo obiettivo.

Una storia d’amore oltre ogni confine

Violet, sin dal suo risveglio dopo l’ultima battaglia, non fa che chiedere del suo comandate Gilbert. Egli, infatti, sin da quando ha avuto in dono la ragazza, è stato l’unico a trattarla come un essere umano: le ha insegnato a parlare e a leggere, le ha dato un nome; ha cercato di farle capire, almeno in parte, cosa significasse essere una persona della sua età. Il comandante è stato da sempre, quindi, il suo unico punto di riferimento, e, in più, colui che le ha procurato, attraverso l’aiuto del suo compagno d’armi Hodgins, la possibilità di vivere davvero. Ma la vera promessa che Violet ha fatto al suo comandate è quella di comprendere il significato delle ultime parole che lui le ha rivolto; di capire il significato del “ti amo”. Questo è l’obiettivo della protagonista, determinata nell’apprendere il più possibile dai suoi incontri con le sue nuove colleghe e con i vari personaggi che troverà lungo il suo percorso, lasciando, inconsapevolmente, a ognuno di loro, una lezione. Violet, infatti, è più umana ed empatica di quel che immagina. Deve solo capirlo.

Ferite di guerra

La storia, come già detto, è ambientata temporalmente subito dopo i conflitti tra le varie fazioni del continente di Telesis. È emblematico, infatti, il rapporto di ogni personaggio nei confronti della guerra. Ognuno ne è uscito con delle ferite, visibili e invisibili, irreparabili. L’ufficio postale di Hodgins, allora, ha proprio la volontà di cercare di rimediare, in un certo senso, ai danni causati ai cittadini, poiché mettere nero su bianco ciò che si prova, a volte, è il rimedio migliore che si possa trovare; è il modo per scacciare le proprie paure, i propri mostri interiori. Per ritrovare la voglia di costruire dove tutto sembra ormai essere stato raso al suolo.
È proprio per questo motivo, e attraverso la dolcezza dal retrogusto spesso amaro delle storie, che non si può non essere affascinati e toccati dalle vicende di Violet Evergarden. L’umanità e la realtà dei racconti, così come delle ambientazioni naturalistiche idilliache quanto minuziosamente e realisticamente descritte, infatti, sono tali da avvolgere ed emozionare chiunque, rendendo l’anime più che riuscito nel suo intento. Ogni particolare, sia visivo che emotivo, è curato con una sensibilità senza eguali, dando quasi l’impressione di poter tastare con mano quel mondo.

Le soundtracks

Particolarmente apprezzate, infine, sono state anche le soundtracks, delle quali riportiamo i titoli, direttamente dal CD ufficiale:

DISC 1

DISC 2