Recensione Jurassic World – Il regno distrutto

Fra un ruggito e l’altro si è concluso il primo Jurassic World, lasciando presagire che quella fosse l’isola dei dinosauri. Ma come ben si sa, quando si parla del mondo giurassico, nulla è poi così scontato e tranquillo. Se si aggiunge, poi, anche l’inesorabile forza della natura, tutto diventa ancora più instabile e incerto.

Trama

Claire, reduce da un’esperienza che le ha cambiato la vita, è ora a capo di un’associazione che si occupa della difesa e tutela dei dinosauri, ovvero gli stessi che lei sfruttava per guadagnare nel parco a tema di Jurassic World. Ora quelle stesse creature sono in pericolo, minacciate dall’eruzione del vulcano al centro dell’isola. Tutto ruota attorno alla sopravvivenza delle bestie redivive. Lasciarle estinguere così come aveva programmato la natura, o salvarle da quel terribile destino?

Benvenuti al Jurassic World

Ian Malcolm, interpretato come sempre da Jeff Goldblum, pone, così, un’inevitabile domanda: “Abbiamo il coraggio di sostituirci a Dio, ancora una volta?”. Non solo l’essere umano ha riportato in vita queste creature, ma ha anche cominciato a manovrare il loro DNA creando l’Indomitus Rex; con la loro morte, allora, si traccerebbe una linea di confine fra il presente e il passato per cercare di dimenticare gli errori commessi.

Owen Grady (Chris Pratt) ha l’arduo compito di difendere, ancora una volta, i dinosauri, collaborando con Claire (Bryce Dallas Howard). Stavolta, però, non sono soli: al duo, visto già nel primo film del reboot, infatti, si affiancano le figure di Zia Rodriquez e Franklin Webb, rispettivamente Daniella PinedaJustice Smith, entrambi facenti parte dell’associazione di Claire.

Questa volta la pace iniziale, tipica di ogni Jurassic Park, è stata accennata solo in minima parte; è una continua lotta contro il tempo, dal ritmo incalzante, quasi frenetico. È un film che sa mantenere la tensione altissima sin dai primissimi istanti, rendendo partecipi gli spettatori sia a livello emotivo che psicologico.

Un mondo Giurassico

Paragonarlo a uno dei film della trilogia originale è più che sbagliato, nonostante i richiami e gli easter egg siano molteplici. È un nuovo mondo; ogni limite etico è stato già superato e ciò non può che comportare anche una netta divisione con i vecchi film. Ciò che risulta evidente è che, però, rispetto al primo, c’è un notevole passo in avanti.

La CGI risulta molto più fluida: la renderizzazione è diventata quasi totalmente realistica, e il tutto non fa altro che accrescere lo stupore dello spettatore. I dinosauri sono i veri protagonisti della scena e gli viene finalmente resa la giustizia che meritano. Probabilmente è arrivato il momento di far spuntare le piume ai dinosauri, così come la paleontologia moderna ha appurato.

Il mondo ad un bivio

Anche se si tratta di un buon film, non si può, al tempo stesso, parlare di perfezione. È un blockbuster di buona fattura, ma nulla di più. La trama, seppur avente tutte le premesse per dare vita a un lungometraggio interessante, viene infangata dall’assenza quasi totale di colpi di scena, azzerando totalmente l’ansia. Quei pochi che ci sono, cadono nel solito elenco dei classici cliché della filmologia americana, tanto quanto i precedenti capitoli della serie.
Come già spiegato, grazie agli effetti speciali sempre all’altezza, sa la pellicola riesce a coinvolgere e a far sentire protagonisti; tuttavia ci sono ancora molte cose da migliorare.

Il finale risulta essere lo snodo chiave, il quale, probabilmente, darà il via all’ultimo capitolo di questa trilogia reboot.

Possiamo racchiudere il tutto sotto un unico pensiero comune: con un minimo di sforzo in più, si sarebbe potuto ottenere un film al pari di un qualunque Jurassic Park.

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