Recensione – Ginga Eiyuu Densetsu: Die Neue These – Kaikou

Ginga Eiyuu Densetsu: Die Neue These – Kaikou, la serie in dodici episodi realizzata da Production I.G. e trasmessa da VVVVID ha il grande merito di portare finalmente in Italia la storia raccontata in uno degli anime culto di fine anni Ottanta. Ginga Eiyuu Densetsu, anche noto con il titolo inglese di Legend of the galactic heroes, è l’adattamento di una serie di romanzi fantascientifici scritti da Yoshiki Tanaka, realizzato in origine con centodieci OAV divisi in quattro stagioni e seguiti da tre film e due serie spin-off. Pubblicati in Giappone tra il 1988 e il 2000, gli episodi della prima versione, a differenza del remake, non sono mai stati distribuiti in Italia. Oltre alla serie conclusasi quest’estate, è prevista per il 2019 una trilogia di film dal titolo Ginga Eiyuu Densetsu: Die Neue These – Seiran.

La trama

Ginga Eiyuu Densetsu esplicita fin dal titolo, letteralmente “la leggenda degli eroi della galassia” l’ambientazione spaziale e fantascientifica. In un futuro riconducibile al trentacinquesimo secolo, l’umanità si è espansa in tutta la Via Lattea, ed è divisa in due gigantesche formazioni politiche, l’Impero Galattico e l’Alleanza dei Pianeti Liberi. Tra i due Stati è in corso una guerra plurisecolare, combattuta senza tregua da milioni di cittadini dell’una e dell’altra parte.

Protagonisti dell’anime sono due giovani comandanti che, grazie alle proprie abilità, imprimeranno i rispettivi nomi della storia. Reinhard von Lohengramm è un ufficiale dell’Impero determinato ad ottenere il potere per raddrizzare i torti subiti e rimediare alle ingiustizie compiute dalla nobiltà. Il suo genio strategico è pari solo a quello di Yang Wen-li, l’eroe della flotta dell’Alleanza dei Pianeti Liberi. I due non dovranno scontrarsi solo con i nemici sul campo di battaglia, ma anche con le gerarchie militari e politiche dedite ai propri interessi più che al bene comune.

I personaggi

Ciò che rende Ginga Eiyuu Densetsu diverso dai classici anime di ambientazione militare è l’enorme rilievo dato all’aspetto caratteriale e psicologico dei protagonisti. Si tratta di una serie in cui non è facile individuare buoni e cattivi, perché ognuno è convinto di perseguire il bene. Eppure, è anche una serie in cui è impossibile non parteggiare per uno dei due personaggi principali.

L’incredibile talento militare di Reinhard si lega a ideali politici al limite dell’utopia. Egli sogna un Impero dove sia il merito, e non la nascita, a determinare il successo di un individuo. Per questo, pur appartenendo alla (bassa) aristocrazia, si circonda di subordinati scelti esclusivamente in base al talento. Dietro questi nobili ideali si cela tuttavia una personalità pronta a tutto pur di raggiungere i propri scopi. Inizialmente nascosta, essa emerge con sempre maggiore chiarezza nel corso delle vicende narrate.

Sebbene nella serie originale Reinhard e Yang fossero concepiti come coprotagonisti, è innegabile che in questo remake al secondo sia dedicato uno spazio molto maggiore. Appassionato di storia, il comandante al servizio dell’Alleanza dei Pianeti Liberi si è arruolato con l’unico scopo di studiare senza pagare i costi proibitivi della retta. Notato dalle alte sfere per il proprio talento, viene coinvolto suo malgrado nella guerra con l’Impero. Resta comunque un convinto sostenitore della pace e in ogni scontro dà la precedenza non ai risultati, ma alle vite umane.

Accanto ai due protagonisti si muove poi una lunga serie di personaggi più e meno secondari, tutti realizzati con immensa cura dal punto di vista della scrittura e della psicologia. Le figure di Siegfried Kircheis e Paul von Oberstein, ad esempio, costituiscono una perfetta coppia antinomica il cui potenziale, appena accennato in questi primi dodici episodi, verrà sicuramente esplorato a fondo nel seguito già previsto. Altrettanto interessanti sono, per lo schieramento opposto, i personaggi di Julian Mintz e Jessica Edwards, capaci di mostrare gli effetti terribili della guerra.

L’ambientazione

Guardando Ginga Eiyuu Densetsu si ha l’impressione di avere a che fare non con una storia inventata, ma con la Storia vera e propria. Tutto ciò che accade è realistico e plausibile, a partire dalle implicazioni politiche, economiche e sociali della guerra. Come per i personaggi, non è possibile individuare chiaramente né l’Impero né l’Alleanza come la nazione antagonista. Entrambi gli Stati hanno lati positivi ampiamente bilanciati da evidenti criticità.

L’Impero ha un sistema solido e stabile, ma l’aristocrazia non è più costituita dagli elementi migliori della società (come il nome stesso dovrebbe indicare). La scena della “corsa con i cavalli” nel flashback di Reinhard riassume tutto ciò che di sbagliato è presente nella società imperiale. I nobili abusano del proprio potere e sfruttano il resto della popolazione in ogni modo possibile. Al contempo, la classe politica che governa l’alleanza è composta da uomini e donne tanto corrotti da sacrificare, letteralmente, milioni di vite per assicurarsi le prossime elezioni.

Questo ci porta al secondo punto che conferisce alla serie un realismo raramente visto in un anime. Nonostante quasi tutti i personaggi principali siano militari, Ginga Eiyuu Densetsu è quanto di più lontano si possa immaginare dall’esaltazione della guerra. Al contrario, ne mostra senza ripensamenti i lati peggiori. Se le reazioni delle popolazioni sui pianeti occupati durante l’invasione (non specifichiamo dove e per opera di chi per non rovinare l’esperienza a chi ancora non ha visto tutti gli episodi) sono decisamente riassunte rispetto alla serie originale, le cifre di morti e feriti restano impressionanti. La perdita di una singola nave comporta la caduta di migliaia di individui. Se le alte sfere non attribuiscono molta importanza al fatto, altrettanto non si può affermare per i personaggi che a quei morti erano legati.

Ma il realismo si nota anche nei piccoli particolari. A tal proposito, è decisamente apprezzabile che, durante una riunione del supremo consiglio dell’Alleanza, si discuta dell’impatto economico e sociale della guerra. A causa del prolungato conflitto con l’Impero, lo Stato è ormai a corto non solo di denaro, ma anche di personale specializzato nelle attività civili. La nascita di un movimento pacifista e il fatto che esso sia rappresentato in politica, seppure come una piccola minoranza, vanno letti allo stesso modo. Non sono solo un modo per aggiungere eventi a una storia che ne è già piena, ma un mezzo per facilitare l’immedesimazione dello spettatore.

Un campo in cui lo staff di Production I.G. ha fatto un ottimo lavoro a livello di ambientazione è quello della tecnologia presente nella serie. Non stiamo parlando delle animazioni o del doppiaggio, ma degli strumenti effettivamente usati dai personaggi. L’apparato tecnologico è fondamentale per qualunque opera fantascientifica: deve essere coerente ma allo stesso tempo trasmettere l’idea di un mondo più avanzato di quello attuale. È piuttosto naturale pensare che le tecnologie immaginate come futuristiche nella prima metà degli anni Ottanta non sembrino più stupefacenti nel 2018. L’operazione di rinnovamento di tutti gli strumenti tecnici, dalle mappe che mostrano le manovre degli eserciti in tempo reale al design stesso delle navi, è stata svolta alla perfezione.

Il comparto tecnico

Passiamo ora ai rilievi tecnici veri e propri. È innegabile che le differenze rispetto alla serie originale siano molte e sostanziali, ma Ginga Eiyuu Densetsu: Die Neue These non ha mai fatto mistero di essere un’opera diversa dagli OAV di fine anni Ottanta. La frase con cui si apre l’anime è un modo semplice ma efficace per chiarire subito la situazione:

Gli avvenimenti narrati in questa storia potranno sembrarti simili a eventi che hai già visto e i personaggi che appariranno potranno ricordare persone che già conosci, ma questo è dovuto alla casualità e all’inevitabilità della storia.

Non stupisce dunque che il character design dei personaggi differisce notevolmente da quello originale. Dato che la maggior parte dei protagonisti è mostrata in uniforme, il modo più semplice per identificarli è fornire loro pettinature varie e immediatamente riconoscibili. Questo espediente compensa l’estrema somiglianza dei volti ma porta talvolta a capigliature piuttosto strane per dei militari.

Decisamente buono è invece l’uso della computer grafica nelle battaglie. Rispetto alle scene originali, in cui le navi erano ferme e l’idea del combattimento era data da luci laser ripetute più e più volte, gli scontri in Ginga Eiyuu Densetsu: Die Neue These sono molto più dinamici e coinvolgenti. La frenesia delle battaglie è perfettamente resa dai movimenti rapidi e dalle inquadrature sempre diverse.

Un ultimo rilievo va fatto sulla colonna sonora. Una delle particolarità che distingueva la serie originale era l’utilizzo quasi esclusivo di brani di musica classica. La scelta, che può apparire piuttosto azzardata in un’opera ambientata nel lontano futuro, risultava invece di grande impatto e contribuiva a dare personalità agli OAV. Per il nuovo anime, invece, si è deciso di affidare la composizione a Hiroyuki Sawano. Anche in questo caso, il lavoro svolto dal compositore è stato impeccabile: la musica accompagna perfettamente tutti i momenti della serie. Una breve menzione d’onore va alle sigle di apertura (Binary Star) e chiusura (WISH), che contribuiscono a dare all’intera serie un tono malinconico e nostalgico.

In definitiva, Ginga Eiyuu Densetsu: Die Neue These è una serie che merita senza dubbio di essere guardata, anche solo per recuperare un classico altrimenti quasi introvabile. E non preoccupatevi per il brusco finale: una trilogia di film è già stata annunciata per il 2019. Ogni pellicola dovrebbe narrare l’equivalente di quattro episodi, per pareggiare, insieme all’anime, i ventiquattro OAV della prima stagione originale.

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