LuNERDì: Live-Action

I live action stanno prendendo sempre più piede, riportando in carne e ossa i nostri personaggi animati preferiti. Come sono nati, però, i live-action, e come si sono evoluti nel tempo?

Prima di tutto, bisogna precisare che con il termine “live action”, oltre al significato già dato, si intendono anche quei film realizzati per metà d’animazione e per metà d’azione dal vero, come i famosissimi Chi ha incastrato Roger RabbitSpace Jam, Looney Tunes: Back in ActionFuga dal mondo dei sogni e Pagemaster. Film, insomma, che hanno caratterizzato l’infanzia di moltissimi di noi.

Live action Disney

Ma altri live action, nel vero senso del termine, che hanno segnato la maggior parte di noi sono sicuramente quelle dedicate al mondo Disney.
Il primo remake live action della Disney, difatti, è uscito nelle sale nel lontano 1994: Il libro della giungla, diretto da Stephen Sommers (anche regista de La Mummia e Van Helsing) e che ha come protagonisti Jason Scott Lee e Lena Headey (Cersei di Game of Thrones). Dopodiché, nel 1996, uscì uno dei lungometraggi live-action più apprezzati ancora oggi da grandi e piccini, ovvero La Carica dei 101 – Questa volta la magia è vera, seguito da La Carica dei 102 – Un nuovo colpo di coda, nel 2000. Dovremo aspettare ben 14 anni per avere uno altro live-action Disney, ovvero Maleficent, diretto da Robert Stromberg (già sceneggiatore del premiato Avatar), seguito da Cenerentola nel 2016 e dal remake del già citato Il libro della giungla. Tra gli ultimissimi troviamo, nel 2017, La Bella e la Bestia, con attori protagonisti Emma WatsonDan Stevens.

Siamo ancora sicuri che, allora, il live action sia da condannare a priori?

Live action targati Netflix

Tutti sanno quanto piattaforme come Netflix siano diventate “essenziali” e quanto pubblico in realtà attirino. Abbiamo visto il live action di Death Note e più recentemente quello di Fullmetal Alchemist. Cosa li rende così diversi da quelli Disney? Sicuramente il target, in quanto, basandosi non su favole, ma su contenuti più “impegnativi”, fa sì che questi siano rivolti ad un pubblico più adulto rispetto a quelli Disney, con le dovute eccezioni. Ciò spinge il regista del live-action a osare, ad andare oltre le trame principali. Death Note e Fullmetal Alchemist sono stati largamente rivisitati, dai personaggi a tutti gli intrecci originali e in alcuni casi anche svuotati dei loro significati intrinsechi.

Dragon Ball Evolution come mentore

Esatto, chi non ricorda tutto l’hype che ruotava attorno al live action del famosissimo manga di Akira Toriyama? Come si risolse? Con un due di picche e un tonfo che a distanza di nove anni si sente ancora. Sulla sua falsa riga si sono presentati i già citati film, Death Note e Fullmetal Alchemist, preceduti da Ghost in the Shell dello scorso anno, e dal recentissimo Tomb Raider. Ma come non menzionare anche Assassin’s Creed o il più datato Super Mario Bros! Perché esagerare così tanto nelle rivisitazioni?

Probabilmente è perché chi lavora all’opera spesso non conosce ciò di cui parla, se non, magari, soltanto la trama superficiale? O forse perché, pur conoscendola, non la segue, non la ama come farebbe farebbe, e di conseguenza omette cose che vengono considerate irrilevanti? Lo snodo chiave, forse, potrebbe risiedere in budget e tempistiche limitate, ma, soprattutto, nella neccessità di soddisfare il pubblico esaudendone le richieste.

Non condanniamo il live action!

Per quanto questo genere non abbia goduto negli ultimi anni di riscontri positivi, nasce con le migliori intenzioni, le quali si scontrano inevitabilmente, come d’altronde fanno anche i cinecomic e tutto il resto dell’apparato cinegrafico, con le critiche e i gusti di ognuno. Un film Marvel, anche se, a volte, pessimo nel riscrivere frammenti delle varie storie fumettistiche, attira; un live action può fare lo stesso con le storie da cui è tratto. Ciò non toglie, tuttavia, che dietro ogni opera ci siano diverse teste pensanti, le quali possono sviluppare e riadattare le storie in base alle proprie esperienze, capacità e ancora una volta gusti.

Smettiamo di condannare i live action per ciò che realmente sono, e vediamoli per ciò che dovrebbero essere: un tentativo di portare in scena ciò che più amiamo.

E voi che ne pensate? Diteci la vostra e arrivederci al prossimo LuNERDì!

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