Intervista a Lorenza Di Sepio

In occasione della quarta edizione del Festival del Nerd abbiamo intervistato Lorenza Di Sepio, autrice delle famosissime avventure di Simple&Madama.

– Quando hai preso la matita in mano per la prima volta e come è nata, quindi, la tua passione per il disegno?

Ci sono praticamente nata. Ancora prima di imparare a scrivere e a leggere avevo già la matita e disegnavo. La consapevolezza di renderlo un lavoro è arrivata intorno ai cinque anni: ho cominciato a guardare i cartoni animati in televisione dicendo di volerli fare, e da lì ho seguito un percorso che è stato tutto da autodidatta, perché ovviamente, quando si è bambini, le persone non ti prendono sul serio, come quando qualcuno dice di voler fare il paleontologo, l’egittologo e tutti i mestieri di questo tipo. Insomma, la fase degli Egiziani, dei dinosauri o dell’astronauta l’abbiamo passata tutti, per cui i miei genitori erano convinti che prima o poi mi sarebbe passata. Successivamente mi hanno impedito di frequentare il liceo artistico, poiché, essendo bancari, era impensabile una cosa del genere; per cui ho fatto tutto studiando da sola con dei libri comprati sulle bancarelle, guardando la televisione, ricopiando e immaginando. Presa la maturità, allora, mi sono iscritta alla Scuola Internazionale di Comix per un corso di animazione 2D. Finito il corso, ho lavorato per quasi dieci anni in vari studi, e il fumetto è arrivato subito dopo.

– Quanto e come è cambiata la tua vita da quando le vignette e le storie di Simple&Madama sono diventate famose?

Prima di tutto è stato terapeutico. Lo dico sempre, perché quando ho cominciato mi consideravo mezza pazza, come quando hai delle paranoie che sembrano assurde. Dopo che, in realtà, un sacco di persone mi hanno detto che anche a loro succede e che ci si rivedono, ho cominciato a ridimensionare tutto e a capire che alla fine sono normale, per cui questo mi è servito prima di tutto a livello personale. Per quanto riguarda la celebrità, la mia vita non è cambiata molto, perché comunque parliamo di un settore di nicchia, quindi se cammino per strada la gente non mi riconosce. Mi è successo un paio di volte in metropolitana e una volta a cena in un ristorante, e ho provato un imbarazzo micidiale.
Mi ha cambiato la vita, invece, dal punto di vista lavorativo: prima lavoravo in uno staff, mentre adesso lavoro da sola, quindi mi manca un po’ la compagnia, in quanto arrivo a lavorare a casa, a volte, anche per venti ore al giorno davanti al computer, non vedendo nessuno. Capita addirittura che mi scrocchi la mascella perché non parlo da una giornata intera (ride).

– Hai iniziato a disegnare Simple&Madama ispirandoti alla tua vita, ma pian piano le vicende della coppia sono diventate riflesso della vita di tutti. Quanto senti e consideri ancora tuoi i personaggi, e quanto dei lettori?

Ho iniziato effettivamente con delle vignette ispirate quasi totalmente alla mia vita privata. Quando, invece, la situazione è diventata “pressante” perché c’era gente che mi chiedeva continuamente altri post, ho cominciato a lavorare di più e a stare, quindi, più tempo a casa da sola, facendo sì che diventasse un vero e proprio circolo vizioso. Non sapendo, a un certo punto, cosa fare, ho cominciato a prendere ispirazione dalle situazioni attorno a me.

Faccio sempre l’esempio della vignetta dedicata all’abbronzatura: ero in piscina e ho visto una coppia perennemente abbracciata, perciò ho iniziato ad immaginare tutti i tipi di abbronzatura possibili che i due potessero avere una volta usciti dall’acqua.
Mi piace pensare, allora, che ci sia un po’ di Simple&Madama in ognuno di noi, per cui non credo si possa rispondere a questa domanda.

– Hai mai pensato a Simple&Madama come cartone animato?

Sì, da subito, proprio perché vengo dal mondo dell’animazione. In più i personaggi si prestano molto, in quanto non hanno un tratto fumettistico ma cartoon. Ho provato a realizzare delle pillole animate, ma io scrivo le storie da sola, le disegno, le coloro, le lettero, e adesso auto pubblicherò anche il libro, il che significa che faccio il lavoro di dieci persone assieme (senza contare che gestisco i social). Per questo, l’animazione per me per ora è fuori portata, anche se, nel momento in cui avrò un po’ più di tempo, arriveranno sicuramente delle pillole.

– Se potessi essere un supereroe, quale superpotere avresti?

Non so se rispondere come vorrei o se “spoilerare” la trama del prossimo fumetto, perché sarà a tema supereroi.
Visto che ne ho già iniziato a parlare sui social, posso dire che Simple e Madama avranno improvvisamente dei superpoteri: lei avrà la super forza, quindi sarà incontrollabile, mentre lui potrà volare, in modo da evitarla un po’. Ci saranno, poi, altri personaggi con altri superpoteri bellissimi.
Per quanto riguarda me, da una parte vorrei l’invisibilità per non farmi vedere e stare tranquilla, oppure per farmi i fatti degli altri; dall’altra, vorrei un potere più attivo come la telecinesi, per spostare le cose. Ad esempio, il mio supereroe preferito è Magneto.

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