Intervista a Daniele Iulianella ospite al Cineporto di Foggia

Abbiamo rivolto alcune domande a Daniele Iulianella, VFX Supervisor del film “Raffaello – Il principe delle arti” durante l’incontro che si è tenuto il 19 aprile nell’ambito della IV edizione di Realtà.doc – Rassegna sul cinema documentario presso il Cineporto di Foggia.

Qual è stato il tuo primo lavoro nel settore?

Probabilmente è stata una delle produzioni con Luciano Toriello: abbiamo curato le scenografie digitali di uno spettacolo al Teatro La Fenice di Venezia, con le coreografie di Gino Landi. Un’esperienza bellissima che ha visto tutta una parte di preparazione precedente, durante la quale Gino veniva da noi in studio (che avevamo appena aperto). Avevo da qualche anno finito il master in animazione 3D, quindi era bello che lui ci mimasse tutti i movimenti che dovevano fare i personaggi. È stata veramente un’esperienza fantastica, al di là del fatto che poi ci hanno pagato la metà del lavoro, ma lo si fa per il piacere del lavoro: la gloria.

Qual è il lavoro di cui vai più fiero?

Probabilmente il film su Caravaggio. Questo secondo me è un film bello dal punto di vista cinematografico, che mi ha visto protagonista come supervisore di alcune scene in post produzione. Al momento, sto puntando a lavorare come capo tecnico sulle regie live per alcune produzioni cinematografiche. Diciamo che ci stiamo arrivando piano piano.

Quanto è cambiato il tuo lavoro da quando è iniziato sino ad oggi?

È cambiato tantissimo. Sai da dove parti, perché comunque ti iscrivi a un corso di studi, inizi con un software che potrebbe essere Photoshop, ma non sai dove arrivi, perché acquisisci nel tempo così tante conoscenze che di fatto ti portano ad avere un aggiornamento continuo. Questa secondo me è la base per qualsiasi persona che faccia questo lavoro; uno può puntare a fare soltanto l’animatore 3D diventando il “best of” dell’animazione 3D, però deve andare all’estero; se invece vuoi rimanere in Italia, devi sapere che purtroppo il mercato non permette tante cose, e quindi devi adeguarti. Noi siamo stati fortunati perché abbiamo lavorato per tanti anni in uno studio: e infatti mi sono licenziato perché non mi sentivo più libero. Ma la cosa bella è che mi sono venuti a cercare gli stessi produttori di Sky perché erano a conoscenza del fatto che facevamo quel tipo di lavoro. Questa è stata una soddisfazione, pur piccola che sia. Si tratta comunque di una delle realtà produttive più importanti dato che produce la gran parte delle serie TV e dei film in Italia. Siamo partiti davvero da zero: dormivamo nello studio inizialmente, e non siamo di certo diventati ricchi, ma abbiamo avuto la possibilità di ampliare il parco macchine e di avere una base economica sulla quale fare affidamento. Molte volte sono andato io stesso, molto umilmente, dai miei producer Sky per chiedere come reinvestire quei soldi, affinché potessi continuare a lavorare con loro, mentre altri si sarebbero comprati un’auto di lusso.

Qual è la tecnica che richiede più tempo?

La tecnica che richiede più tempo è quella che riguarda la conversione delle immagini dal 2D al 3D. È un processo lunghissimo e che richiede tanta attenzione, proprio perché tutto quello che fai sull’immagine di destra lo devi fare anche sull’immagine di sinistra, facendo un rotoscoping frame by frame. È vero che magari ti aiutano per un determinato numero di frame, quindi, non lo so, riesci ad attraccarti 30 frame su 100, però poi gli altri 70 li devi fare a mano.

Qual è la tecnica che preferisci?

Ad oggi mi piace molto lavorare sul Ware Removal, quindi tutto quello che concerne la pulizia del frame, e sto prendendo la “specializzazione” sulla Core Correction di quelle su livelli, ovvero approfondite. Al momento sono questi i miei due amori per quanto riguarda il lavoro al computer; poi viene tutto il resto.

Preferisci guardare attraverso i tuoi occhi o attraverso la camera?

Generalmente io guardo attraverso un monitor, non sto in camera, quindi chiaramente preferisco guardare attraverso i miei occhi; però guardare attraverso un monitor è il risultato finale di quello che hanno visto i tuoi occhi e che ha pensato la tua mente, ragion per cui penso sia la cosa più bella. Io sono un amante della fotografia, quindi per me tutto quello che riguarda la pulizia dell’immagine è fondamentale, e questo lo guardi con gli occhi; poi lo provi a rimettere su un monitor o su un display. Per quanto riguarda, invece, il lavoro live, io facevo il controllo camere, quindi mi occupavo di tutto quello che è il reparto fotografia, lavorando a stretto contatto con il direttore della fotografia su tutto ciò che riguarda l’immagine, la sua qualità, l’HDR, la colorimetria.

Visto che siamo in tema Infinity War, cosa pensi dei Cinecomics?

Non sono un grande esperto ma Sin City è un capolavoro. Rendere quel tipo di immagine al cinema è uno spettacolo, così come per A Scanner Darkly. Dopo Sin City si è aperto un mondo nel girare alcuni tipi di scene, con A Scanner Darkly nel fare post produzione con quel tipo di colori. Questo ha portato allo sviluppo di tante nuove tecnologie: alcune telecamere riescono a cogliere un determinato colore, un determinato dettaglio. Oggi siamo arrivati ad avere il 4K HDR che è la tecnologia, ad oggi, che si avvicina di più al 3D per resa cromatica e resa dell’immagine, pur non avendo un’immagine 3D. Qui in Italia questo tipo di produzioni non esiste, ma ricordo che quando frequentavo il master gli insegnanti ci consigliavano di andare a vedere il film sui Transformers, che poi, effettivamente, a livello di effetti, è ciò che uno che lavora in questo settore vuole andare a vedere al cinema.

Quale superpotere avresti nel caso fossi un supereroe?

Sicuramente la caparbietà, un eroe di quelli cattivi, ma che si comporta bene con le persone che meritano, che vale la pena salvare.

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