Intervista a Capitan Artiglio – Matite e Musica!

Julien Cittadino, in arte Capitan Artiglio, ha presentato da poco il suo primo graphic novel e, approfittando dell’occasione, gli abbiamo posto qualche domanda sulla sua formazione come artista e sui suoi sogni futuri. Non perdiamoci in chiacchiere e partiamo con la nostra intervista.

  1. Quando Capitan Artiglio ha preso per la prima volta la matita in mano?

Non me lo ricordo, ero troppo piccolo; la prima foto di me che disegno qualcosa di riconoscibile è di quando avevo quattro anni, avevo disegnato la mia famiglia con un gesso bianco su di una lavagnetta.

Ho adottato invece il nome di Capitan Artiglio solo da due anni, era il nickname con cui postavo su facebook e mi è rimasto addosso.

  1. Il disegno che hai più a cuore?

Dal punto di vista affettivo forse quelli di quando ero piccolo ma non ne ho uno in particolare, tutti generano ricordi differenti cui sono in qualche modo affezionato.

Sono dell’idea che non bisogna avere troppo a cuore un disegno, altrimenti è impossibile crescere come artista, bisogna lasciarsi tutto alle spalle e, se mi riguardassi indietro, penso che ridisegnerei tutto da capo.

  1. Se ti chiedessero di rinunciare a una delle colonne portanti di Kids With Guns, quale sarebbe?

Non so, penso che potrebbe funzionare anche con balene e samurai al posto di cowboys e dinosauri…

  1. Di quale, invece, non potresti fare a meno?

Penso di avere sempre il bisogno molto forte di narrare il mondo che ho costruito dietro ai personaggi; potrei ridurlo a un documentario sull’ambiente circostante, ma non riuscirei a narrare la storia dei personaggi senza tutto ciò che li circonda.

  1. Chi preferisci disegnare fra Dave e la bambina?

Sono entrambi sullo stesso piano, anche se Dave ha il suo cappello da cowboy damerino che da disegnare mi porta via parecchio tempo, ma non ho ancora in programma di toglierglielo. Tra i vari personaggi amo molto Meeme e il Cherubino del Golgota, disegnarli mi diverte parecchio.

  1. Quanto è importante la musica nei tuoi disegni?

Mi piace far cantare i miei personaggi, li rende più umani e anche il lettore è più propenso a immedesimarsi.

Più che dalla musica in sé penso spesso di essere influenzato dalla moda o dall’estetica che ruotano attorno all’ambito musicale.

Invece di sottofondo mentre disegno ascolto parecchio Vaporwave, Lo-fi e post-rock.

  1. Fra i cantanti e le band che ascolti, per quale ti piacerebbe disegnare una copertina?

È difficile da dire. Per restare in Italia tra i mostri sacri mi piacerebbe collaborare con Salmo, è un artista con un immaginario ricco di stimoli che ha saputo rinnovarsi per più di dieci anni, sarebbe difficile chiedere di meglio. Tra le giovani leve forse sceglierei Quentin40, è particolare e mi piace parecchio.  Poi sicuramente continuare la collaborazione con Murubutu, Rancore e DJ Myke che sono artisti che stimo moltissimo e con i quali ho sempre molto piacere di confrontarmi. Di straniero non saprei, ce ne sarebbero così tanti e molti sarebbero irraggiungibili.

  1. Riunendo le sfere del drago, quale desiderio esprimeresti?

Non lo so, ma se esistono, significa che esiste anche un supremo, perciò comincerei a cercare la stanza dello spirito e del tempo!

La nostra intervista è giunta al termine. Non ci resta che augurarti il meglio per una lunga e prospera carriera!

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