Steins;Gate Recensione Anime – Un microonde come macchina del tempo

È appena disponibile in simulcast su VVVVID il nuovissimo episodio del sequel di Steins;Gate. In virtù di ciò abbiamo deciso di onorarlo con una recensione.

Steins;Gate è uno dei titoli che negli ultimi anni ha accumulato una miriade di consensi da tutto il mondo per lo stile semplice e al contempo realistico, ma soprattutto per una storia ben assemblata atta a formare una complessità difficilmente emulabile. Un gruppo di persone strampalate, fuori dagli schemi, forma un team che di primo acchito vuole mettere in carreggiata una storia completamente diversa da quella seconda parte che stravolge totalmente l’idea iniziale e la lancia su binari già percorsi da altre storie, creando paradossi temporali e drammaturgici che inizialmente nessuno si aspetterebbe.

Gli oggetti futuristici a costruire la trama

Le D-Mail sono vere e proprie mail che consentono di comunicare con il passato, in quanto, il forno a microonde mobile consente, attraverso paradossi temporali, di riuscire nell’impresa. Tutto ruota attorno al gruppo di Rintarō Okabe, un vero e proprio chūnibyō (un ragazzo che vive di proprie fantasie), che gioca a fare Dio non importandosi delle conseguenze che i cambiamenti temporali possano comportare. La sua superficialità, assieme alla scoperta di una società segreta, lo accompagnerà in tutta la seconda parte della storia per cercare di rimediare ai danni commessi e a evitare fini catastrofiche per sé e per chi ha attorno.

Linee temporali

Riassunta in modo fin troppo semplicistico la trama, possiamo procedere con una piccola analisi sul prodotto che è stato portato in scena dalla White Fox. La storia si basa sull’omonima visual novel creata da 5pb. e Nitropolus. Questo fa già intuire come la trasposizione in anime abbia enormemente limato la storia originale portando su schermo un prodotto in parte diverso da quello originale.
Per chi non lo sapesse, infatti, le visual novel sono videogame che permettono un’interattività fatta di scelte che comportano l’alterazione della storia e, ovviamente, del finale che ne deriva.
Scelta la linea temporale da seguire la White Fox ha realizzato una serie di 24 distinti episodi che, come precedentemente accennato, si possono dividere in due macrofiloni. La prima parte ci presenta il gruppo ben assortito di personaggi con Rintarō, Daru, Kurisu, Mayuri e molti altri di “contorno” che modificano il continuum spazio temporale con la propria presenza e le proprie richieste. Il tutto viene presentato in maniera scanzonata, confusionaria e sotto alcuni punti di vista anche demenziale, così tanto da fare in modo da legarsi quasi indissolubilmente ai personaggi della serie. Ogni elemento è fondamentale, seppur tutto, in fin dei conti, ruoti attorno alla presenza di Okarin (come Mayuri adora chiamare l’amico Rintarō, unendo nome e cognome). Uno scienziato pazzo, come lui stesso ama autodichiararsi, atto a tener su un laboratorio che si impegna nella creazione degli oggetti futuristici dall’improbabile utilizzo. Il personaggio eccentrico di Kyouma Hououin, si scontra inevitabilmente con il lato più umano di Okarin. Si può quasi azzardare a dire: due facce della stessa medaglia. Il personaggio di Okarin, Kyouma, infatti, progressivamente scompare nella seconda parte della storia, lasciando emergere un personaggio molto più maturo e mosso da fini molto più nobili: rimediare ai propri errori e salvare il mondo dalle malefiche macchinazioni dell’associazione segreta chiamata SERN.

L’anime e la storia si sposano alla perfezione con avvenimenti accaduti realmente; dalla presenza di John Titor, nota leggenda metropolitana, agli eventi accaduti al CERN di Ginerva. Si viene a creare così una storia verosimile, coinvolgente e senza eguali. Il tutto risulta particolarmente piacevole, non stanca mai (ndr, sentirete di certo la mancanza del gruppo alla fine dell’anime).
Per di più l’alternarsi di tematiche importanti, argomenti di un certo rilievo, viene affrontato con maturità e con quel tanto di scienza che basta.
La White Fox Ltd ha prodotto, di fatto, una pregevolissima trasposizione di quello che fu un vero e proprio fenomeno. Il Produttore Takuya Saito (notissimo JoJo’s Bizarre Adventure) e lo sceneggiatore Jukki Handa hanno così creato una serie di tutto rispetto, aiutati dall’ineccepibile ottimo lavoro di Kuuta Sakai, al quale va il merito di aver creato e curato al meglio il character design.
Spazio, quindi, al 25° episodio, trasmesso qualche anno dopo, che diventa una sorta di finale alternativo e apre le porte a quella che sarà la nuova serie.

Inutile dilungarci ancora. Vi aspettiamo al termine di Stein;Gate 0 per una nuova recensione!

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