Recensione Sense8 – Seconda stagione

La seconda stagione di Sense 8 aveva un compito ben preciso: quello di essere un vero e proprio motore per la serie. La prima stagione ci ha fatto conoscere i personaggi, ci ha spiegato come funziona il Sense8; la seconda fa interagire in toto i personaggi e li rende un cluster indissolubile.

Trama

Conosciuti tutti i dettagli chiave di come funziona una cerchia, i protagonisti cominciano a muovere simultaneamente i loro passi per cercare di difendere al meglio ogni singolo elemento. Whispers, ormai, rappresenta un grandissimo pericolo, e va eliminato. Le difficoltà, tuttavia, sono molteplici. L’organizzazione che lo protegge è molto più forte di quanto potessero immaginare, ma, allo stesso tempo, anche la rete dei sensoriali lo è. Esiste, infatti, una stretta connessione fra tutti coloro che rientrano nella razza homo sensorium, tale da creare uno scambio di informazioni da far invidia al miglior server in circolazione. Riusciranno nell’intento di sopravvivere a Whispers e alla BPO?

I Sensate

Nomi, Lito, Wolfgang, Will, Sun, Riley, Kala e (un nuovo) Capheus tornano in scena, in una stagione che risulta nettamente superiore alla prima; molti elementi, poi, che erano rimasti celati, iniziano a essere svelati. A tutto ciò si aggiunge un simpatico scozzese, il quale dà il via a un continuo susseguirsi di incontri con nuovi Sensate. Nessuno nel mondo è poi così solo, tanto meno gli homini sensorium, capaci di connettersi fra di loro con un solo sguardo. Si crea, così, una rete di informazioni atta a disintegrare i piani dell’associazione BPO. È, ancora una volta, una lotta contro la discriminazione quella che le sorelle Wachowski portano avanti: dal variopinto Lito, alla nerdissima Nomi, il mondo sensoriale è un vero e proprio pugno contro l’omofobia.

Una globalizzazione a tuttotondo

Ciò che sorprende in maggior misura di questa seconda stagione è l’estrema capacità di coniugare diversi generi cinematografici e stili di recitazione. Infatti, se nel primo capitolo tutto ciò viene evidenziato solo nell’ultima parte, nella seconda stagione diventa il must assoluto. I giochi di luce, le numerose di location, i tagli e i cambi di scena sono, poi, assieme al comparto musicale, gli elementi essenziali affinché la macchina chiamata Sense8 possa funzionare. Che la storia, per essere raccontata al meglio, necessiti di un budget elevato, è più che evidente. La cosa che fa maggiormente discutere è la decisione di Netflix di cancellare la serie, tanto da far smuovere i fan per ottenere un finale all’altezza della saga.

Ancora una volta, la musica e l’arte in genere sono l’elemento essenziale della serie, in quanto costituiscono il linguaggio universale attraverso il quale ci può essere coesione e condivisione. Le scene più colorate e significative della serie coincidono, infatti, con momenti musicali che sanno coinvolgere e travolgere lo spettatore; come, d’altronde ci aveva già mostrato.

Il cluster

Sostituito Aml Ameen con Toby Onwumere, il cast principale è rimasto invariato. Il cambio attore ci viene presentato in maniera piuttosto ironica, cercando di non far sentire la mancanza di un personaggio che già era entrato nei nostri cuori sulle note di What’s Up dei 4 Non Blondes.

La teatralità di Miguel Silvestre nel ruolo di Lito funge da vero e proprio elemento comico della serie, come già visto nel primo capitolo. Il terzetto da lui composto con Alfonso Herrera nel ruolo di Hernando e Eréndira Ibarra nel ruolo di Daniela Velazquez, alleggerisce, seppur con le dovute riflessioni, una trama che ha un imprinting per lo più serioso e di stampo politico-sociale.

Ed è proprio parlando di politica che si ritorna a nominare il personaggio di Capheus, il quale, seppur subendo il già citato cambio, da una parte rimane fedele a ciò che era, dall’altra si evolve. Abbiamo, quindi, un Capheus sì combattivo, ma in modo diverso rispetto ai primi episodi.

Se si parla di combattimenti, non si può non citare Sun, interpretata da Bae Doona. La sua lotta contro le ingiustizie che la sua stessa famiglia le arreca è quanto mai accesa e controversa. La sua forza fisica viene messa a dura prova da quella spirituale, soprattutto dopo che il suo legame con gli altri elementi si rafforza.

Rimanendo in ambito di forza bruta, ci tocca parlare di Max Riemelt, che in Sense8 interpreta Wolfgang. Entra in contatto con l’italianissima Valeria Bilello, altra sensorium che dà vita a un arco narrativo il quale difficilmente vedrà l’epilogo che, inizialmente, le sorelle Wachowski avevano progettato. Questa parte, comunque, funge da ottimo fulcro per la spiegazione di come altri cluster siano, nel tempo, riusciti a sopravvivere.

Il parallelismo di Kala con Wolfgang viene ulteriormente sviluppato, così come il personaggio interpretato da Tina Desai. Kala sembra essere la persona più colpita e influenzata dalla connessione con gli altri elementi della cerchia, tanto da uscire dai suoi parametri religiosi e sociali.

Ultimi, ma non per importanza, gli attori di Nomi, Will e Riley, i quali rivestono, ancora una volta, la controparte poliziesca della serie, fatta di misteri, scoperte e inseguimenti.

Il connubio fra questi personaggi porta a un risultato tale da far percepire quanto lavoro e progettazione ci fosse sin dall’inizio. Allo stesso modo, i momenti di condivisione e connessione aiutano ad affezionarsi ai protagonisti, tanto da lasciare intrinseco un senso di estrema malinconia.

In conclusione

La prima serie è stata quella di passaggio, la seconda, invece, ha tutte le carte in regola per essere il momento decisivo della storia. Probabilmente, molti processi sarebbero dovuti essere sviluppati in una terza stagione, che è però stata ridotta a un singolo episodio e per tale motivo ha costretto a un’accelerata nel finale della seconda stagione, forse eccessivamente accentuato.

Cosa attendersi da questa conclusione? L’ansia per l’episodio conclusivo è alle stelle, tanto da far crescere le aspettative. Probabilmente, tutti i punti non verranno affrontati nella giusta misura, ma sicuramente, il lavoro presentatoci sinora dalle sorelle Wachowski ci fa ben sperare affinché la serie possa avere il finale che merita e che Netflix, dopo essersi fatto tanto pregare, ha deciso di concederci.

Il finale di Sense8 è disponibile in streaming su Netflix a partire da oggi!

La pensate come noi? Aspettiamo i vostri pareri!

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