Recensione – Doraemon: La grande avventura in Antartide

Doraemon ha accompagnato i pomeriggi dell’infanzia di molti di noi e continua a farlo, trattandosi di un anime giovane e sempre contemporaneo. La spensieratezza del micione robot e del suo sfortunato padrone hanno saputo, ancora una volta, conquistarci, attraverso una storia leggermente più complessa di quanto ci si potesse aspettare.

Trama

L’estate torrida non è di certo il massimo da affrontare per un gatto robot futuristico, figuriamoci per il sempre svogliato Nobita. Rinfrescarsi con una bella granita, tuttavia, è troppo riduttivo; molto meglio recarsi in Antartide e creare un parco giochi da capogiro! Neanche la premonizione di Dorami riesce a fermare i due amici, i quali danno il via alle feste chiamando i soliti Suneo, Gian e Shizuka. La vera avventura, però, inizia con la scoperta di un anello misterioso, che sembra provenire da un remoto passato. Cosa si nasconde di così misterioso? Che avventura vivranno Nobita e i suoi?

Recuperiamo il passato

Doraemon e il gruppetto di amici sono esperti di viaggi nel tempo e ogni caso che si presenta dinanzi a loro viene risolto con naturalezza disinvoltura. Gli elementi che ci vengono presentati di volta in volta hanno una loro funzionalità all’interno del racconto, tale da renderlo complesso nella sua semplicità. Per quanto, allora, l’intento sia quello di definirlo un film per bambini, in realtà è rivolto in gran parte anche a un pubblico più adulto. La morale mostra d’essere reduce della narrazione esopiana, rivelandosi man mano che la storia segue il suo corso, riuscendo a tenere ferma l’attenzione in ogni attimo, anche con la giusta dose d’azione.

L’amicizia che scalda pianeti e cuori

La Key Films ha prodotto film di cui si possono apprezzare svariate tematiche diverse: il rispetto per il pianeta, per ogni forma di vita, ma soprattutto, come sempre, l’importanza dell’amicizia, la quale sovrasta e scalda i cuori e gli ambienti più di qualsiasi altra coperta o fonte di calore.
Non mancano i precisi tecnicismi scientifici, tanto quanto quelli archeologici, mischiati all’inimitabile fantasia che contraddistingue da sempre le narrazioni di Doraemon.

Colori e musiche

L’affascinante OST di Ken Hirai (Boku no kokoro wo tsukutte yo make my heart) fa da sfondo alle avventure del gruppo di Nobita in un territorio tanto ostico quanto misterioso.
La caratterizzazione dei personaggi data dai colori pastello sembra essere un tentativo di sfumare tematiche fin troppo importanti e seriose. I protagonisti e i loro contorni sono quanto più simili allo stile dell’anime originale, per quanto totalmente in contrasto rispetto allo scenario che sa tanto di Studio Ghibli per le sue ambientazioni pittoresche, tanto quanto, artisticamente parlando, impeccabili.

A far compagnia all’OST principale, altre musiche accompagnano le scene d’azione, in particolar modo quando ci si sposta nel continente ghiacciato; è qui che la melodia diventa la vera protagonista, con diverse sequenze canore e musicali.

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