ATTENZIONE! L’articolo contiene numerosi SPOILER sul finale di Sense8!
Sembra trascorso tantissimo tempo da quando l’hashtag #BringBackSense8 ha invaso il web, fino a convincere Lana Wachowski a intraprendere un ultimo viaggio assieme a David Mitchell e Aleksandar Hemon (già autori della seconda stagione e di Cloud Atlas). Eccoci arrivati, allora, al finale tanto atteso della serie tv targata Netflix: Sense8; un finale di 151 minuti totalmente dedicato ai fan, e contenente un messaggio ora più che mai attuale, il quale traspare sin dal titolo: Amor Vincit Omnia.
Trama
Il film, catalogato dalla piattaforma streaming come episodio numero 12 della seconda stagione, riprende la narrazione esattamente da dove eravamo rimasti. Il cluster è stato costretto a riunirsi e a rifugiarsi a Parigi, tenendo Whispers sotto sedativi. Per quanto tutti vogliano solo liberarsi di colui che li ha costretti a stravolgere le proprie vite in maniera irrimediabile, bisogna avere ancora un po’ di pazienza. Difatti, come i fan ben ricordano, non tutti i protagonisti sono riusciti a far rientro dalla missione, così che l’acerrimo nemico, paradossalmente, è diventato l’unica merce di scambio possibile per avere indietro Wolfgang.
Tutti per uno, uno per tutti
La prima parte, allora, si concentra proprio sul protagonista tedesco e sul suo salvataggio. Peculiare è la scelta di voler mostrare finalmente il lato tenero di uno dei personaggi che, fino a ora, era rimasto piuttosto in disparte, se non per le scene d’azione. Wolfgang, come già era stato accennato negli episodi precedenti, ha un passato significativo, che man mano viene a galla in maniera cruda e, a tratti, straziante. Tra un bloccante e l’altro, l’unica a riuscire a comunicare con lui è Kala, ora più che mai pronta a rischiare il tutto per tutto per salvare l’uomo che ama.
Assieme a lei, ognuno, all’unisono, sta dando una mano per quella che è l’ultima grande missione della cerchia: eliminare la parte marcia della BPO. Tuttavia, tra il cast, in questo caso, non emergono solo i sensate, bensì tutti coloro che sono stati accanto a loro da sempre. Oltre agli immancabili Amanita e Bug, infatti, gli altri sapiens, da ogni parte del mondo, finiscono per riunirsi a Napoli. Saranno pure dei semplici esseri umani, ma tutti dimostrano di possedere delle abilità essenziali per la riuscita del piano. Persino Hernando, grazie alla sua conoscenza della storia greca, riesce a far entrare il “cavallo di Troia” nel Palazzo dello Spagnuolo, dimora per eccellenza di Lila Facchini.
Nessuna barriera
Come già spiegato, il titolo, ripreso da Virgilio, non è stato dato a caso. Sense8 è nato con l’intento di abbattere ogni barriera dal punto di vista culturale, sociale e politico, sferrando un secchio d’acqua gelida addosso a chi, ancora, nel 2018, storce il naso verso ciò che appare ignoto o estraneo. Tutto, nella serie tv, è stato realizzato in virtù di questo messaggio, e il film ne rimarca più che mai l’intento. Non avremo altre tre stagioni, come doveva essere da progetto, ma l’esodo racchiude tutte le risposte, permeate dalle mille sfumature che da sempre ci hanno accompagnati negli episodi. C’è tormento, sofferenza, preoccupazione; c’è gioia, divertimento, passione. Tutto serve a dar coraggio, a unire indissolubilmente i personaggi e gli spettatori, separati da una quarta parete a tratti fin troppo sottile. Sense8 è il ritratto iperbolico della nostra società, con la differenza che quest’ultima, troppo spesso, si rifugia, come Jonas, nel dolore, dimenticandosi che il dolore è solo una minima componente dell’amore stesso.
Non mancano, allora, citazioni esplicite al terrorismo, soprattutto quando si parla di Parigi. La stessa polizia francese viene rappresentata come in preda al panico nel sentirla nominare, sfrecciando subito verso un possibile pericolo; mostrando come i protagonisti della storia non siano i soli a essere in allerta, ma il mondo stesso. Per lo stesso motivo, appare chiara la decisione degli autori di far ritorno, nella parte finale, alla Torre Eiffel, rendendola non solo la location del matrimonio tra Nomi e Amanita, ma anche il punto d’incontro di tutte le famiglie e i conoscenti di ogni sensate che abbiamo incontrato nel corso di questo viaggio variopinto. Ecco, allora, che le promesse scambiate tra “moglie e moglie” non restano nel cuore della sola coppia, bensì di tutto il cast e i fan. Sono parole sincere, scritte con la voglia di ringraziare chiunque abbia avuto il coraggio di andare oltre, di lottare per i propri ideali.
Da un frammento all’altro
Ancora una volta, più che mai, le capacità degli attori sono state messe a dura prova per la scelta di frammentare ogni dialogo, in modo da giocare con le connessioni, anche se, fisicamente, i personaggi si trovano nello stesso luogo. Dall’organizzazione del piano iniziale nell’appartamento a Parigi, alle missioni, all’immancabile scena di sesso, il montaggio dietro a ogni scena risulta complesso anche agli occhi dello spettatore, il quale deve armarsi di volontà e concentrazione per non perdere nemmeno un tassello della storia. L’unica pecca nella trama, dovuta in parte a questa scelta, riguarda la Lacuna, mostrata solo una volta nel corso del film, non dando modo di avere, quindi, ulteriori chiarimenti in merito, così come per quanto concerne le vere motivazioni della nemesi italiana.
Un’ulteriore “macchia”, dal punto di vista tecnico, è dovuta, invece, al cambio di location. Da Parigi a Napoli, infatti, le differenti scelte registiche si sentono, a volte, fin troppo. L’atmosfera creata, più romantica e soffusa per la location francese, mentre più naturale e luminosa per quella italiana, è stata sicuramente ben studiata e coerente; per quanto riguarda, invece, le scene d’azione, la seconda parte mostra alcune imperfezioni, soprattutto nella resa degli effetti speciali (si pensi alle esplosioni).
Una canzone per ogni momento
La musica, a partire dall’ormai iconica What’s Up dei 4 Non Blondes, costituisce uno degli elementi essenziali di Sense8, ragion per cui, anche nel finale di serie, risulta essere la vera e propria protagonista di alcuni momenti.
Il film si apre con il programma televisivo Euro Talent Spotlight, già conosciuto attraverso Wolfgang. Siamo nei ricordi del sensorium tedesco, mentre, con la madre, ascolta la versione del soprano Emma Mcnairy di 99 Luftballons. La canzone in questione, originariamente dal testo tedesco e poi tradotta in inglese, è un manifesto contro la Guerra Fredda.
Un lungo viaggio non è mai noioso se accompagnato da un po’ di musica, a maggior ragione se ascoltata in compagnia. Che sia un sensorium o un sapiens, nessuno è escluso nella scena capitanata da I Feel You dei Depeche Mode. I nostri eroi stanno andando dritti verso il pericolo, ma questa è “solo l’alba del loro amore”.
Non è possibile arrivare nel nostro Paese e non cantare una canzone italiana. A farlo è il “dispensatore d’amore” Bug, con 24000 Baci di Adriano Celentano.
Dopo le promesse di Amanita e Nomi, si viene catapultati nella parte dance della serata. A darle il via è il padre di Riley, cantando Nothing Matters When We’re Dancing dei The Magnetic Fields. Questa, successivamente, viene trasformata nella versione remix di Gabriel Mounsey e Zoe Wise.
Il pericolo è ormai passato, e l’ansia si è ridotta grazie alla festa. Non resta che tornare in camera, per la scena che molti fan stavano aspettando. Non importa se si è una coppia o un trio; come è tipico di Sense8, alla fine ci si ritrova tutti assieme anche nel sesso. In questo caso, il momento è accompagnato da Experience di Ludovico Enaudi, Daniel Hope & I Virtuosi Italiani.
Per i ringraziamenti finali e i dietro le quinte, invece, è stata scelta Rather Be dei Clean Bandit e Jess Glyne, dal testo assolutamente a tema.
Avete già visto Amor Vincit Omnia? Fateci sapere che ne pensate!