Intervista a Moreno Burattini

Affinché un fumetto possa prender vita necessita di uno sceneggiatore che ne possa ideare la storia principale. Questo è il mestiere di Moreno Burattini, nostro ospite alla quarta edizione del Festival del Nerd. Abbiamo avuto la fortuna di intervistarlo; scoprite cosa ci ha rivelato.

– Riuscire a elencare tutti i suoi ruoli e lavori sembra un’impresa. Dove trova tutto il tempo per realizzare ciò che fa?

A giudicare dalle tante volte in cui mi fanno questa domanda, mi rendo conto di dare l’impressione di avere un clone che mi aiuti. La verità è che ho tanta voglia di fare. Sono una persona molto attiva con sempre mille progetti da realizzare. E poi, per me vale la regola buona la prima. Per scrivere un testo non ho la necessità di creare dieci bozze cercando di limare o di correggerlo. Scrivo di getto e poi, semplicemente con qualche virgola spostata o con qualche cambio di aggettivo, il testo miracolosamente funziona. Sono una persona curiosa, che legge tanto. C’è anche un piccolo trucco: quello di imparare a stimare bene i tempi; mentre sono in treno, anziché guardare fuori dal finestrino, oppure quando sono in attesa di un appuntamento, scrivo. Riduco al minimo i tempi morti, in quanto ho imparato a ottimizzarli.

Nasce prima il Burattini cantastorie o appassionato di Zagor?

Credo che cantastorie si nasca e appassionato di Zagor si diventi. Nasce, quindi, prima il Burattini cantastorie. Le persone nascono con dei talenti, tutti ne hanno uno. In “Sì, viaggiare” Lucio Battisti cantava: “Quel gran genio del mio amico, lui saprebbe cosa fare, lui saprebbe come aggiustare. Con un cacciavite in mano fa miracoli!”.  C’è chi sa, appunto, sistemare qualsiasi cosa, chi sa ballare; io so raccontare storie. Un talento utile per i mariti con le proprie mogli. Ho avuto la fortuna di nascere negli anni in cui Zagor finiva facilmente nelle mani dei ragazzi come me. Fin da piccolo mi sono innamorato del personaggio di Zagor. Amavo lo sceneggiatore, Guido Nolitta. Ancora non sapevo fosse Sergio Bonelli che si firmava Nolitta per differenziarsi dal padre Giovanni Luigi che faceva Tex. Mi dicevo che probabilmente questo Guido aveva viaggiato tantissimo per conoscere così bene il mondo; mi chiedevo quanti libri avesse letto per sembrare così colto ed essere a conoscenza di tutti gli usi e costumi dei popoli di cui raccontava. Mi dicevo sempre che avrei tanto voluto essere come lui. Mi posi, così, come traguardo quello di scrivere Zagor. Tante cose mi sono andate male, non questa. Il segreto della vita è questo, seppur contorto: bisogna trovare qualcuno che ti paga per fare quello che tu pagheresti per fare. Insomma, o fai lo sceneggiatore o fai il pornodivo. Potevo scegliere fra queste due strade, alla fine sono diventato uno sceneggiatore di fumetti sufficientemente apprezzato da riuscire a essere sulla breccia da trent’anni.

– Quanto è apprezzato il fumetto italiano all’estero?

Sicuramente siamo una delle scuole fumettistiche migliori del mondo. A mio avviso addirittura i più bravi. Con i fumetti Disney siamo i più bravi in assoluto, così come nel fumetto western. Il nostro Tex viene venduto più di qualsiasi altro supereroe americano. L’eccellenza italiana all’estero non viene rappresentata solo dal vino e dalla cucina, ma anche dal fumetto. Sono reduce da un viaggio a Zagabria per i cinquant’anni di Zagor. Zagor in Croazia è amatissimo, forse più che in Italia. Sono andato nel 2010 ad Istanbul con Gallieno Ferri, il quale è stato portato nelle migliori televisioni della Turchia. Camminando per strada tutti lo fermavano per fare una foto nel proprio negozietto. Anche in Brasile sono amanti del fumetto di Zagor, negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna. Quindi sì, è apprezzatissimo ed è davvero un’eccellenza.

– Viste tutte le trasposizioni cinematografiche dei fumetti, come vedrebbe Tex o Zagor sulla schermo? E cosa ne pensa del cinecomic di Dylan Dog?

Quel film non l’ho visto. Non perché abbia qualcosa contro Dylan Dog, ma semplicemente perché sapevo che c’erano pochi punti di contatto con il personaggio dei fumetti. Basti pensare che è ambientato a New Orleans (e non a Londra) e non c’è Groucho! Siamo sinceri, non poteva essere Dylan Dog. Con questo pregiudizio, forse sbagliato, non sono andato a vederlo. Se fossi un produttore e volessi fare un cinecomic, la prima cosa di cui mi preoccuperei è che fosse quanto più fedele possibile al fumetto. I lettori devono essere rispettati. Non si può fare un Uomo Ragno cinese. Altrimenti si crea un nuovo supereroe e non lo si chiama Uomo Ragno. In generale verso i cinecomic sono comunque ben disposto. Spesso si traggono dei bei film da bei libri, perciò lo stesso si può pensare riguardo ai fumetti. Poi, ovviamente, dipende dal regista e dagli attori. Per esempio, sono un cultore della serie “Millennium” di Stieg Larrson e il film “Uomini che odiano le donne” interpretato da Daniel Craig è sembrato fatto molto bene, anche se era solo la metà di quanto scritto. Di solito si dice “era meglio il libro”, però se una cosa è fatta bene, è fatta bene. Spero un giorno possa esserci anche un film su Zagor, nonostante sia difficile pensarlo in quanto necessita di una quantità enorme di effetti speciali, considerando che il protagonista vola sugli alberi. La Bonelli ora è diventata una sorta di  media company, come la Disney. Non siamo più una casa editrice che pubblica solo albi di carta, ma si occupa anche di televisione, cinema e merchandising, ciò vuol dire che probabilmente ci sono già in programma dei cinecomic dei nostri fumetti. Abbiamo già avuto anche Tex, fatto da Giuliano Gemma, l’attore andava bene, ma probabilmente andava scelta un’altra storia. Non è stata la cosa più felice del mondo. Su Zagor, la cosa più singolare è che ne esistono due film in Turchia, con protagonista Levent Cakýr, che andammo a trovare proprio nel 2010, ormai settantenne. La cosa bella di questi film è che lui ai tempi faceva salti mortali e piroette interpretando Zagor. I film sono in bianco e nero e pirata. I Turchi non chiesero mai l’autorizzazione alla Bonelli che ci rimase malissimo. Andò in Turchia cercando di avere giustizia, ma tornò a casa sena aver ottenuto nulla. Andando su Youtube i due film si trovano in lingua originale. Levent era bassino e magrolino, ma Cico era perfetto. Vale la pena di vederlo anche solo per Cico.

– Ha mai pensato di creare una storia e un personaggio tutto suo per la Bonelli?

Rispondere a questa domanda richiede due tipi di ragionamento. Qualunque sceneggiatore ha più di un personaggio chiuso nel cassetto. Il mio personaggio nel cassetto però è sempre stato proprio Zagor. Non scrivo Zagor perché mi è stato affidato in attesa di altro. Io volevo fare Zagor! Considerando poi che è un fumetto che consente un crocevia di vari generi: si possono realizzare vari generi western, horror, fantascienza, umoristici, romanzo storico, giallo, avventura. Non manca davvero nulla. Voglio realizzare una storia con alieni? Zagor! Sono realizzatissimo!

Detto questo, se mi chiedessero di creare qualcosa un paio di personaggi miei li ho in mente, ma non per questo mi mancherà qualcosa se non usciranno mai.

– Se fosse un supereroe quale superpotere vorrebbe avere?

Vorrei essere invisibile, così mentre mi intervistano posso sparire. Mi permetterebbe di sparire in qualsiasi momento e andare ovunque senza essere visto. Sarebbe divertente, suppongo.

One Comments

  • Giuseppe 31 / 05 / 2018 Reply

    Il film di Dylan Dog andrebbe visto comunque, in fondo quello di Tex realizzato in Italia non era molto meglio, anzi…

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