13 Reasons Why: Recensione Prima Stagione

Uscita ormai un anno fa, questa serie tv ha fatto, nel bene e nel male molto parlare di se. È innegabile che 13 Reasons Why sia stata una serie controversa nel periodo in cui uscì, portandosi dietro tante critiche, ma anche tanti elogi per i temi trattati. Non è facile parlarne: il messaggio di fondo è molto importante e criticare la serie sembra voler metterlo in discussione. In questa sede cercheremo di essere più obiettivi possibile per analizzare i lati positivi così come quelli negativi della serie.

13 Reasons Why racconta la storia di Hannah Baker, una studentessa delle scuole superiori morta suicida. La serie è suddivisa in 13 episodi, appunto, ognuno dei quali si concentra su un lato delle 7 cassette che Hannah ha registrato per spiegare le ragioni del suo suicidio e per indicare le colpe di tutti quelli che hanno contribuito alla sua sorte. Protagonista maschile della serie è Clay Jensen, coetaneo e inizialmente amico di Hannah, che in seguito inizia a provare qualcosa in più per lei. La storia è raccontata principalmente dal punto di vista di Clay; lo vediamo nel corso degli episodi ascoltare una a una tutte le cassette registrate da Hannah e capire le responsabilità di tutti nella vicenda, comprese le sue.

Queste sono le premesse e, già da queste, possiamo iniziare a tracciare pro e contro: la serie si occupa di temi importanti come il bullismo e la violenza sessuale e non ci sono molte serie, soprattutto a stampo adolescenziale, che trattano questi argomenti. Ritengo che i temi che affronta siano trattati bene e con la dovuta cura, il che non è scontato dato che è un ambito in cui è molto facile sbagliare. Un’altra peculiarità della serie, almeno della prima stagione, è quella di concentrarsi poco sul punto di vista degli adulti e moltissimo su quello degli adolescenti che sono a conoscenza della vicenda. Solo verso la fine della serie gli adulti iniziano a diventare consapevoli di quello che è successo in realtà. Tutto ciò mostra come l’omertà e la paura in alcuni contesti risultino essere il vero problema.

Molti hanno trovato le reazioni di Hannah esagerate in alcuni passaggi della serie, ma ciò accade perchè tendiamo a giudicare le cose con un punto di vista personale: non tutto quello che pesa poco su di noi pesa poco anche su gli altri, e viceversa. La scelta delle cassette per raccontare gli avvenimenti della povera Hannah è una scelta molto azzeccata, aggiunge drammaticità alla vicenda, ma per forza di cose rende la serie un po’ troppo lenta in alcune parti e a tratti forzata. Queste sono state le critiche più comuni rivolte a 13 Reasons Why.

Dal punto di vista della regia e della fotografia tutto sembra essere nella norma, nessuno errore degno di nota e la fotografia risulta sempre essere azzeccata al mood delle scene che descrive. I giovani attori che prendono parte alla serie risultano tutti adeguati, chi più chi meno, ed è impossibile non affezionarsi a loro e alle loro vicende sullo schermo. Punto a favore è sicuramente la colonna sonora che spazia degli anni ’80 fino a qualche traccia più moderna; menzione speciale va fatta a “The Night We Met” di Lord Huron che accompagna una delle scene più belle di tutta la serie.

Per concludere, 13 Reasons Why è sicuramente una serie con tanti difetti, ma ritengo tuttavia che debba essere vista più per il messaggio alla base che per puro intrattenimento. È impossibile rimanere impassibili guardando alcune scene della serie così come è impossibile non ritrovarsi a riflettere dopo la visione della stessa. Il fatto che la prima stagione sia stata molto vista fa sperare che alcune cose non accadano mai nella vita reale e che rimangano solo nella serie. La seconda stagione della serie è già disponibile su Netflix.

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